Seguendo
l'ipotesi che la psicoanalisi
sia una potente e preziosa
mitologia contemporanea l'A.
ripercorre le lotte fra
generazioni dell'antica
cosmogonia greca, che possono
illuminare aspetti sottesi
della vicenda edipica. I miti
hanno una molteplicità di
versioni, che sono tutte vere
e tutte false, e la loro
polisemia fa sì che, come nei
sogni e nell'inconscio,
allestiscano uno spazio nel
quale può transitare la
follia. La psicoanalisi
come il mito non esclude la
follia, e riconosce per prima
l'umanità profonda e
perturbante di sofferenze che
sono state sistematicamente
rimosse dal senso comune e
dalle istituzioni
psichiatriche.
Se
mantiene come Freud lo
sguardo sui sintomi
nevrotici e sui deliri
psicotici la psicoanalisi
non può diventare un
sistema compiuto e
univoco, ma questo che
sembra uno svantaggio è
invece la potenza della
psicoanalisi, che è e
resta una scienza delle
domande, non delle
risposte: sono le domande
che aprono lo spazio
metamorfico. Le analogie con
la geometria non euclidea
e la fisica quantistica
sono importanti, ma è solo
con le risorse originali
della sua storia, della
sua teoria e della sua
clinica che la
psicoanalisi potrà
riconoscersi ed essere
riconosciuta come scienza
Claudia Chellini,
Giovanni Carli, Adalinda Gasparini
1. Educazione, arte,
creatività. 2. Il teatro e la sua
dimensione relazionale 3. Giocare al teatro,
giocare alla vita 4. I gigli del campo e la
rosa del giardino
Possiamo
proporre di rivedere
l’affermazione di Freud sui
tre mestieri impossibili:
educare,governare e curare
sono processi umani
fondamentali per ogni
individuo e ogni
comunità,impossibili da
definire, misurare, stimolare
secondo un piano centripeto,
come quello delcostruttore di
orologi. Ma il piano di
costruzione centrifugo, che da
sempre fa crescere eprosperare
le creature viventi, è in noi
e intorno a noi, anarchico
rispetto a ogni intervento
misuratore e sezionatore,
pronto a manifestarsi se ce ne
occupiamo come un giardiniere
che cura la sua rosa.
Fiabe antiche e popolari
d'Italia.
Testi originali con traduzione a
fronte a cura di Adalinda
Gasparini e Claudia Chellini
I due
volumi sono dedicati alla
Toscana, che non avendo
bisogno di traduzione
italiana ha un numero
doppio di fiabe, e
all'Emilia-Romagna, che
può vantare, in lengua
bulgnesa, la prima
traduzione del Cunto
de li cunti di
Giambattista Basile. È
l'opera preziosa e
pressoché di due coppie di
sorelle, Manfredi e
Zanotti, che nel Secolo
dei Lumi, operarono
all'interno delle mura
domestiche.
Arrivò al
palazzo, fece
scaricare questo
cavallo, e fece
portare questa scatola
nella sua camera per
dormire, poi chiamò la
madre e gli disse:
"Madre mia, io sono
andato a caccia, ma mi
sono trovata la
moglie" - "Ma cos'è,
una popa, una morta?"
- "Madre mia, -
rispose il figlio, -
lei non s'interessi di
quello che è: questa è
mia moglie". (Siena,
XIX sec. La scatola
di cristallo)
Quand
la fò fora ad porta
e ch la vèst che
quest u la seguiteva
la i dèss, par
carité, ch un andess
dri a lì, parchè lì
l’andeva a fes magné
da e dregh e che la
stessa sorta la sreb
tucheda a chi
ch’andeva dri a lì.
Lò e’ dess che s
l’andeva a fes
magné, lì, l’era
cuntent ad fess
magné cun lì. (Lugo
di Romagna, XX sec.
Il drago dalle sette
teste )
Ti posso parlare, perché non
ti ho mai incontrato. Noi due
non ci conosceremo. Ti
troverai in questa stanza dopo
che io l’avrò lasciata, quando
le cameriere avranno fatto le
pulizie, cambiato le lenzuola,
riempito il bar, rifornito il
bagno con le bottigliette di
shampoo e di balsamo. Aprirai
il cassetto, e leggerai la mia
storia, o forse la lascerai
nel cassetto, perché la legga
il prossimo ospite, o anche un
dipendente dello staff della
direzione. Sarai comunque un
perfetto estraneo. Così è
meglio. I perfetti estranei
non devono fermarsi per
salutarsi.[...]Ignora
la mia storia se vuoi,
estraneo, io però non posso
ignorarla. E non posso nemmeno
raccontarla nel mio solito
mondo.
(DaLa notte
della felicità)
Non ho
potuto fare a meno di tradurre
Tabish Khair, per prima in
italiano (Il bus si è fermato, Roma
2010,Jihadi Jane. Da Londra
alla Siria,
Santarcangelo 2019) perché la
grazia della sua scrittura è
unita a un cantinuo lavoro in
direzione opposta alla
rimozione, lo stesso del lavoro
psicoanalitico. I suoi romanzi
uniscono le mie passioni, quella
per le storie, che mi spinge da
sempre, e quella della
psicoanalisi, che comprende
molte storie e accompagna chi
vuole aprire finestre, che mi
spinge dagli anni del liceo.
Tabish Khair apre finestre,
finestre che si possono aprire
verso l'esterno o verso
l'interno, ma non costringere il
lettore a vedere. Si può leggere
Khair senza permettere allo
sguardo di andare oltre il
confine tra la vita e la morte,
come nellaNotte della felicità, fra
bisogno di libertà e
fondamentalismo, come inJihadi Jane, fra
pietà e indifferenza o fra
Danimarca e India, come nelBus si è fermato. Vedi
anche, in questo sito,Straordinariamente
sensibile(2013),
eBhoolbholaiya, un
labirinto mobile(2014).
L’irrealismo
del compito è la
sua realtà:
incontrarsi,
regnare insieme, è
un compito
impossibile e allo
stesso tempo
irrinunciabile. Il
senso comune che
caratterizza la
coscienza non ha
strumenti per
affrontare i
compiti
impossibili,
semplicemente
perché non se li
può rappresentare.
La fiaba ci invita
a procedere lungo
un percorso, non a
sezionarla per
interpretarla come
un linguaggio
allegorico
decodificabile.
Consumare
sette paia di scarpe
di ferro [si sta
parlando del compito
di Ginevra, nella
fiaba del
Re Porco] è
al di là delle
possibilità di
Ginevra, per quanto
sia intenzionata a
farlo, e del resto
non è nemmeno
possibile che una
regina partorisca un
porcellino. Ma se
possiamo pensare che
si racconti della
complessità della
crescita per ogni
essere umano,
maschio o femmina, e
di quanto sia
difficile
incontrarsi e
restare uniti, la
fiaba acquista un
senso e può favorire
la comprensione di
questo compito.
(p. 108)
LiBeR 121
gennaio-marzo 2019
Dall'Indice del
numero 121:
Fiabe Narrazioni, cura e gratitudine,
Marco Dallari (p. 55-56) La Torre della segregazione,
Adalinda Gasparini (p. 57) Da Cenerentola a Rapunzel,
Claudia Chellini (p. 58-59) Fabulando: Carta fiabesca della
successione, Adalinda
Gasparini e Claudia Chellini (p.
60)
L’ingiunzione
della Torre della segregazione
racconta di un’opposizione fra
la figura materna – madre,
matrigna, strega - e la figura
della giovane attante
protagonista. La Torre, come
le altre nove ingiunzioni,
apre una vicenda piena di
pericoli, ma sempre coronata
dal lieto fine. Quel che
appare una vessazione – né più
né meno della richiesta
materna di riordinare la
propria stanza o di non uscire
dopo una certa ora – è un
limite coercitivo che però
somiglia alle regole di ogni
forma espressiva, dalla poesia
con i suoi vincoli di verso e
rima, alla musica con la sua
armonia. Le variazioni sono
innumerevoli, ma non c’è
espressione senza costrizione,
né crescita senza limiti.
I divini genitori della Teogonia
di Esiodo, che impediscono ai
figli di venire alla luce
comprimendoli in seno alla Terra o
ingoiandoli come tuorli d’uovo, e
le streghe delle fiabe che
imprigionano Hansel Gretel e
Prezzemolina, sono geniali figure
che ci parlano del presente, solo
se li avviciniamo senza paura,
senza arroganza, senza masochismo.
Forlì
Massimo Foschi Editore
2018b
Sorgente di
meraviglie. Fiabe antiche e
popolari nei diversi idiomi
d'Italia. Testi originali con
traduzione a fronte a cura di
Adalinda Gasparini e Claudia
Chellini
Sono in
libreria i primi due
volumi della collana Sorgente
di meraviglie. Fiabe
antiche e popolari
d'Italia a cura di
Adalinda Gasparini e
Claudia Chellini, con
testi originali e nuove
traduzioni italiane
(Massimo Foschi Editore,
Forlì 2018).
Questi due volumi sono
dedicati alla Sicilia, che
ha avuto il più grande
racoglitore di fiabe
popolari d'Italia e forse
d'Europa, Giueppe Pitrè, e
al Veneto, dove nel secolo
XVI sono state pubblicate
per la prima volta nel
mondo delle fiabe, nel
senso moderno del termine,
nelle Piacevoli notti,
raccolta di novelle di
Gianfrancesco Straparola.
Le fiabe più antiche sono
italiane. Pubblicate nel
Cinquecento a Venezia e
nel Seicento a Napoli, a
queste hanno attinto i più
grandi narratori come
Perrault e i Fratelli
Grimm. Ed è formidabile
anche il patrimonio di
fiabe popolari, raccolte a
cavallo fra Otto e
Novecento in tutte le
nostre regioni. Italo
Calvino ne ha tratto le
sue Fiabe italiane,
auspicando che la sua
opera ne favorisse la
conoscenza. La collana Sorgente
di meraviglie rende
finalmente accessibile
questo straordinario
patrimonio, proponendo una
parte dei testi dialettali
di ogni regione corredati
da una nuova traduzione
italiana. Letterarie e
popolari, le fiabe
italiane, essendosi
formate nel corpo a corpo
costante con popoli
colonizzatori e
colonizzati, sono
insuperabili per
pregnanza, varietà di
motivi e potenza
narrativa. Attingere a
questo patrimonio
significa far tesoro
dell'eredità del passato,
la cui memoria forma un
ponte verso il futuro.
Raccontare fiabe è ancora,
come sempre, un atto
d'amore, verso chi ce le
ha tramandate e verso le
generazioni che abiteranno
il futuro.
"Rusidda,
lu veru lu vô sapiri
comu io mi chiamu" -
"Sì, sì, sì!" - "Ora
vidi che io mi chiamo
lu Re d'Amuri!" e
dicennu accussì,
spirisci iddu,
spirisci lu vacili,
spirisci lu palazzu, e
Rusidda si ttrova
jittata 'nta 'na
chianura senza un'arma
chi l'ìajutassi. (Palermo,
XIX sec., Il Re
d'Amore)
La poavola, vedute le
superbe nozze di l'una
e l'altra sorella, e
il tutto aver sortito
salutifero fine,
subito
disparve.
E che di lei
n'avenisse, mai non si
seppe novella alcuna.
Ma io giudico che si
disfantasse, come
nelle fantasme sempre
avenir suole. (Venezia,
XVI sec., Bambola
Poavola)
E
io, o credenti, gridò Rumi, (che
aveva perduto l'uomo che amava) io
che non sono né dell'Est né
dell'Ovest, non cristiano né
musulmano, né ebreo, non
figlio di Adamo ed Eva, cosa
posso amare se non il mondo, cosa
posso baciare se non la carne?
Essendo
insegnante lui stesso, Tabish
Khair comprende intuitivamente
sia il misterioso potere
dell'educazione sia il
nichilismo che può derivare
dai fallimenti pedagogici. Ed
è proprio questo che rende
Jihadi Jane un'opera
straordinaria, per la profonda
comprensione di un fenomeno
che per molti di noi si fa
beffe di ogni tentativo di
comprensione. Tabish bada bene
a non attribuire alle sue
protagoniste la sua critica
della loro ideologia e delle
loro motivazioni, e proprio
questo rende potente la sua
narrazione, perché c'è una
profonda comprensione di
quanto il loro radicalismo sia
estraneo alla fede e alla
pratica religiosa della grande
maggioranza del mondo
islamico. Jihadi Jane è un
romanzo intenso, travolgente,
incalzante, che ci insegna a
guardare con compassione le
due protagoniste, senza mai
farci chiudere gli occhi di
fronte all'orrore delle loro
scelte. (Dal blog di Amitav
Gosh, http://amitavghosh.com/blog/)
Adalinda Gasparini
e Claudia Chellini ci fanno capire
come la conoscenza dei territori
per determinare consapevolezza e
senso delle direzioni da scegliere
per i viaggi che intendiamo fare
non riguardi solo la geografia dei
luoghi ma anche quella della
psiche. Non a caso sia in questo
libro che nel prezioso sito
Fabulando da loro costruito, le
autrici collocano una mappa, una
grande, complessa e bellissima
carta geografica che indica
collegamenti e sovrapposizioni fra
l’universo delle fiabe con le loro
ambientazioni, i loro personaggi e
i loro simboli e l’universo della
psiche, con le sue risorse di
conoscenza e di arbitrio, i suoi
affetti, le sue contraddizioni, i
suoi misteri.(Dalla
Prefazione di Marco Dallari -
click per la prefazione
completa)
2015b
Paris,
Éditions des crépuscules
Navigare necesse
est, vivere non necesse. Une
trajectoire profonde, cohérente
et réfléchie. In: Œdipe le salon. Œdipe
à Cadix. Moby Dick ou le
désir dont il s’agit. Pp.
141-150.
(Versione
italiana online)
Serge Sabinus,
Jean-François Bohi, Françoise
Decant, Nicole Milgram, Monique
Zerbib, Denise Sauget, Bernard
Balavoine, Françoise Hermon,
Annick Galbiati, Isabelle
Bonvalot, Annik Bianchini,
Richard Abibon, Laura Pigozzi,
Xavier Moya Plana, Philippe
Beucké, Francis Cohen, Adalinda
Gasparini, Claude Maillard,
Serge Sabinus.
L’incertitude vient
des rêves, pour celui qui ne
sait pas détourner le regard de
leur épiphanie, et se glisse
dans le jour. Et pour celui qui
les écoute, les chemins de
surface bien assurés révèlent
leur instabilité souterraine; on
voit que l’abîme peut s’ouvrir à
chaque pas. Le vrai et le faux
ne sont plus séparés par des
bornes rassurantes, et ainsi
qu’il est difficile de renoncer
à certaines illusions il est
impossible de récupérer les
illusions perdues.
L’incertezza viene dai
sogni, per chi non sa
distogliere lo sguardo dalla
loro epifania, e s’insinua nel
giorno. Per chi li ascolta le
vie ben tracciate della terra
possono rivelare la loro
instabilità sotterranea, e
l’abisso può aprirsi a ogni
passo. Vero e falso perdono i
loro confini rassicuranti, e se
è difficile rinunciare a certe
illusioni, è impossibile
recuperarle una volta che se ne
sono comprese sia la natura che
la funzione.
La mia storia di rane
che saltano ormai spellate, e
di battiti sulle braccia, e di
tante altre cose contenute in
casa mia, e nelle case ad essa
collegate per parentela, mi
portava a San Salvi per motivi
che dovevano poco
all'imitazione degli
antipissichiatri di quegli
anni illusi e fervidi. Il
pissichiatra pissicanalista
Mori non aveva l'aura
dell'uomo di scienza, né la
curiosa solennità di Freud,
che si può sentire sia
guardando le sue foto che
leggendo le sue opere. Ma
pensai che era in me il
difetto, se non vedevo nella
sua forma l'eccezionalità
umana, il vigore
rivoluzionario di chi sa
muoversi nell'immenso paese
che ci abita, l'inconscio.
Doveva dipendere dalla mia
impreparazione e dalle mie
lacune, che ero ovviamente
decisa a colmare, se mi
sfuggiva in lui ogni traccia
di singolarità: ipotizzai che
avesse raggiunto quello stato
eccezionale e lo dissimulasse,
come un monaco orientale può
dissimulare la sua
comprensione dell'universo, o
come Socrate celava nel suo
aspetto di Satiro la figura
aurea e divina (p.
29-30).
E chiedeva appena poteva
quattro paste, un dito con la
crema, un bignè alla
cioccolata, una fedora e un
be' bombolone, le facevano un
bel pacchettino con la scritta
elegante Scudieri, e la zia
Ida lo pagava svelta alla
cassa, sempre muovendosi come
se godesse di un privilegio,
per la sua disgrazia e per
l'allegria da Stan Laurel con
cui la sua anima la
sopportava, e la zia Ida si
muoveva sicura e umile nella
pasticceria migliore di
Firenze come se avesse
ordinato una torta di dieci
chili per un banchetto al
Poggio Imperiale, e uscivamo
leste tornando alla fermata,
le paste le portava lei, si
riprendeva il Quattordici e
via dopo via, piazza dopo
piazza, fermata dopo fermata,
si arrivava all'immensa villa
col parco, San Salvi, e si
scendeva, e si entrava dal
cancello aperto, dove si
assiepavano i matti più
sfacciati, quelli, diceva la
zia Ida, che non hanno nessuno
che li va a trovare.Per questo
prendevano qualcosa della
visite degli altri, di quelli
che non erano del tutto
dimenticati, si avvicinavano e
chiedevano cento lire, e una
sigaretta, ancora oggi ci sono
tra i viali, solo più rari,
chiedono mille lire e una
sigaretta, come allora
dimenticati da tutti i
parenti, gli amici e i
conoscenti, hanno visto
l'illusione fervida
dell'antipsichiatria, la
confusa applicazione della
legge 180, la costruzione di
mini appartamenti dove non
vivono autonomi come non erano
autonomi nelle camerate di
allora. E mentre gli altri, i
normali, hanno giocato al
grande cambiamento
rivoluzionario, loro sono
rimasti incrollabilmente
fedeli a se stessi, perché la
follia è una forza della vita
cieca, oscura, e immensamente
potente.
Eravamo dunque a San Salvi, e
mi difendeva dall'ebbrezza e
da una sofferenza che allora
mi avrebbe ucciso la
convinzione dei miei studi, e
della professione che, pur fra
le innumerevoli incertezze,
avrei fatto. Io li avrei
ascoltati, i Tatantònio, e i
Nonnolìni, e poi avrei parlato
con le Nonnelìnde e le Zieìde,
rassicurandole sulla loro
cura, li avrei ascoltati come
esseri umani, e saremmo stati,
io e loro, felici (pp.
42-43).
Adalinda
Gasparini’s essay develops her
ideas with an exquisite psychological
method. “Bhoolbhoolaiya, a
Moving Labyrinth. The
BusStopped by
Tabish Khair” displays very
interesting musings on Khair’s
literary proposal, far
from downtrodden discourses of
colonizers and colonized and in line
with inviting the reader to
bond with universal human
questions. The scholar
believes that attentive
readers can bring to light
a transformation of their
inner Self as it emerges from
their interior labyrinths
since Khair’s novels confront
his readers with true humanconundrums.(Introduction,
p. xviii)
Les
désirs de l'homme
doivent subir la purgation du
feu. Et l'analyste? Quel désir
s'anime dans les feux et
glaces du transfert? / I
desideri dell'uomo devono
subire la purificazione del
fuoco. E l'analista? Quale
desiderio si anima tra i
fuochi e i ghiacci del
transfert? (Serge
Sabinus, pp. 10-11)
2014 c
Roma
Edizioni Alegre
Incorporazioni,
rigetti, generazioni.
In: Nuova
rivista letteraria.
Semestrale di letteratura sociale.
n. 10 novembre 2014. Pp. 73-78.
Silvia Albertazzi, Harry Browne,
Marco Boccaccini, Wolf Bukwosky,
Marco Caselli Nirmal, Giuseppe
Ciarallo, Maria Rosa Cutrufelli,
Franco Foschi, Adalinda
Gasparini, Agostino Giordano,
Fabrizio Lorusso, Lorenzo Mari,
Cristina Muccioli, Alberto
Prunetti, Sergio Rotino, Viviana
Salvati, Gino Scatasta, Alberto
Sebastiani, Massimo Vaggi, Paolo
Vachino.
Anche il
nostro tempo ha un mito di
successione, solo in apparenza
meno crudele di quello delle
fiabe o dei miti. Le giovani
generazioni non godrebbero
delle risorse loro dovute
perché le vecchie generazioni
le avrebbero consumate con lo
stesso piacere incosciente di
Pinocchio nel Paese dei
balocchi. La loro vita sarebbe
stata facile, mentre ai
discendenti non prometterebbe
nulla di buono, e la terra
stessa, ormai avvelenata,
sarebbe un ambiente malsano e
forse letale. Una delle ultime
versioni di questa distopia è
raccontata nel film Avatar...(James
Cameron, USA 2009), al termine
del quale i terrestri,
capitalisti e guerrafondai,
vengono rispediti sul loro
pianeta morente, mentre l’eroe
umano vive solo perché ha
potuto morire e rinascere
nella forma allungata e con la
pelle blu dei Na’vi, popolo
senza scrittura del pianeta
Pandora. Il nome della donna
insidiosa della Teogonia,
mandata dagli dei per
introdurre fra gli esseri
umani la sofferenza e la morte
è in questa distopia il nome
del pianeta dove regna una
divinità femminile unica e
abita un popolo innocente che
la onora.
Una
nuova versione della fiaba che
fa rivivere la tradizione da
Basile a Disney, e le
illustrazioni di Arthur Rackham,
rielaborate e animate. Un
racconto recitato magistralmente
con musiche appositamente
arrangiate, con gli elementi
inquietanti senza i quali le
fiabe perdono parte della loro
vita.
Già disponibile come I-Pad, la
fiabatornerà online appena
possibile (ASAP-PP)
Le
braccia più impotenti e
tenere sono quelle
dell'infante, eppure, quando
si tendono, il genitore non
può fare a meno di
rispondere al loro richiamo.
Questa è la meta, a nostro
parere tutta laica, della Recherche,
di quella di Proust come di
quella che ancora si pratica
facendo il mestiere che
Freud ha inventato: capire
come la forza più grande sia
nella tenerezza che non
dispone di armi di
conquista. Le nude parole
hanno la stessa potenza.
Non
bagnare solo |il prato
fresco o solo quello arido:
| rinfresca anche la terra
nuda. (Bertold Brecht)
Penso
che chi si occupa della cura
di persone piccole o grandi
possa farlo se sente la
richiesta d'acqua della terra
nuda, dove l'occhio non vede
nulla, e che a partire da
questo debba scegliere se
rispondere o no, e poi come
rispondere. Non perché dispone
di un metodo che dà garanzie
di crescita, di sviluppo, di
guarigione, ma perché il
desiderio di prendersi cura
dell'altro, di essergli
accanto quando è colpito e
sofferente, è irrinunciabile.
Perché è sensibile
all'appello, e sentirebbe su
se stesso la ferita
dell'altro, il suo dolore, se
si allontanasse senza
ascoltare, perché la
sofferenza dell'altro è
nostra, se la vediamo, se non
riusciamo a evitarla. Se l'io
sovrano scende dal trono, ha
il tempo di annaffiare la nuda
terra.
Stories can
knit the world together, stories can
blow the world apart. The
choice is always ours.(Tabish Khair,
corrispondenza personale)
Già gratuitamente disponibile in
questo sito dal 2010, questo
romanzo tradotto in italiano
risultava inaccessibile online per
motivi che sfuggono alla nostra
comprensione.
87/2010, Con le fiabe ai piedi.
Idest Campi Bisenzio
Le esche di menzogna
adatte a far affiorare carpe di
verità variano nel tempo, e quel
che fino al secolo scorso era
regno incontrastato della
vaghezza, impensabile come campo
di ricerca scientifica, diventa
con Freud un campo di ricerca
rigoroso. Ma il passaggio dal
lavoro intorno a oggetti vaghi,
poetici, circondati da un alone
di mistero che li rende
affascinanti e vivi, a un lavoro
scientifico, è lento e pieno di
trabocchetti. Lo psicoanalista
che consideri la teoria di
riferimento della sua scuola
come più vera delle altre, o
che, peggio ancora, consideri se
stesso e i suoi 'compagni di
scuola' i soli eredi legittimi
di Freud, negherà, trattandosi
dell'interpretazione di una
fiaba o di un suo minimo
intreccio, come la puntura di
Rosaspina col fuso, l'efficacia
delle diverse interpretazioni.
Non si accorgerà che è proprio
l'efficacia di ogni
interpretazione, se colta nel
suo carattere vago, come quello
delle pulsioni, a costituire la
forza dell'interpretazione
stessa.
Quanti sogni si sono
rifugiati nella stanza dei
bambini? E i bambini li usano
per crescere, per diventare
adulti capaci di sognare, o ne
sono ostaggio,
perché devono rappresentare
la speranza che i loro
genitori non sono riusciti a
proteggere?
Forse non c'è una risposta,
certo non nella grande
letteratura per l'infanzia,
che con le fiabe antiche
condivide un'incertezza
sulla possibilità e il senso
della crescita, e quindi
dell'educazione. Incertezza,
o vaghezza, bellezza, da
praticare regolarmente, se
non si vuole, da educatori
ammaestratori o
psico-ortopedisti, fare la
fine del Grillo Parlante
giustiziato da Pinocchio.
Written
for a special Issue of The
Journal
of the Short Story
in English / Les
Cahiers de la
Nouvelle, guess
editors
Héliane Ventura,
Silvia
Albertazzi,
Adalinda
Gasparini,
Presses
Universitaires
d'Angers. This special
issue was never
published.
aut aut 330; aprile-giugno 2006
a c. di R. Prezzo e A.
Sciacchitano
Non
trova la morte
chi può morire
come soggetto
colonizzatore,
se il germoglio
dell'essere
può venire
alla luce,
nella
sospensione
del fiato
sotto l'acqua
gelida sul
corpo
dormiente,
nella pelle
d'oca per i
pesciolini
guizzanti
sulla pelle.
Si ripete,
nominabile, il
mistero delle
origini,
dall'acqua
materna,
gemellato con
il mistero
della propria
fine. Allora
il soggetto
può sperare di
rintracciare
un senso, di
raccontare la
sua storia, se
non
perde il
tempo cercando
di riempire la
pagina bianca
che la
precede, che
la segue,
contigua
all'infinito.
Se non si
muore al primo
spavento, si
scoprono
curiosità e
stupore, per
l'ustione
senza dolore,
per un
fantasma
bianco e
sibilante, per
la solita
brutta vecchia
vita, e per la
sua scienza
degli
innumerevoli liquori,
unguenti,
empiastri, a
diversi
accidenti
appropriati...
Le guerre che si
combattono in nome di religioni
o ideologie, mostrano come la
potenza del mito o della favola
delle origini e dell’epica, sola
legittimazione possibile per la
superiorità di una cultura,
siano tanto grandi da dissolvere
l’esperienza storica e ogni dato
dell’esperienza.
A Porto Alegre la madre di Carlo
Giuliani ha letto queste righe,
che ha trovato nella camera del
figlio: Il
tuo Cristo è giudeo, la
tua automobile giapponese,
la tua pizza è italiana,
la tua democrazia greca,
le tue vacanze turche, i
tuoi numeri arabi, la tua
scrittura latina, e tu
rimproveri al tuo vicino
di essere straniero?
Tesi in
Psicologia, all'Università
degli Studi di Firenze
- relatrice prof. Silvana
Caluori. - che
presenta una sperimentazione
dell'uso della fiaba nella
scuola e una verifica
quantitativa dei progressi
dei bambini
nell'apprendimento. È
possibile osservare in
termini oggettivi quanto
era emerso nell'esperienza
descritta in Re Porco e i
bambini narratori.
Perfino gli errori di
ortografia diminuiscono...
Se
un'educazione
psicoanaliticamente
illuminata, come in certi
momenti sembrava
vagheggiarla lo stesso
Freud, possiamo tentare
un'educazione ombreggiata
dalla psicoanalisi, che
mostrando il primato
dell'affettività sia in
grado di evitare qualche
ustione derivante
dall'unilateralità
narcisistica che troppo
spesso determina la
trasmissione della cultura.
Una rimozione
secolare continua ad agire sulla
storia delle Mille
e una notte,
misconoscendo la fonte del
fascino della raccolta, perché
riconoscerla esigerebbe una
tolleranza capace di contrastare
il potere colonizzatore.
Tra parola e
silenzio, Shahrazàd affronta il
corpo a corpo col sultano
crudele. Dialogo fra potere e
racconto, intreccio senza tempo
e senza fine come senza fine
sono gli antichi manoscritti
delle Mille e una notte.
Favola o fiaba, dal
latino fabula,
che come il greco mythos significa
parola e racconto, fino
all’Ottocento designava
qualsiasi storia priva di
riscontro oggettivo. Le
storie non vere, nettamente
separate dalle vere,
riaffiorano nella
letteratura 'alta' alla fine
del secondo millennio, nella
scrittura di autori non
occidentali: ma le radici
del cambiamento di
paradigma, verso una
globalizzazione umanizzante
e non razzista, sono
profonde e molteplici, o
forse non sono radici, ma
mobili rizomi...
L'aporia
per gli psicoanalisti che si
incontrano in associazioni,
e hanno bisogno di regole
formalizzate, per quanto
sotto gli occhi di ciascuno
di noi, esaminata tante
volte, richiede una costante
attenzione, anche se,
come aporia, può essere al
massimo contornata,
circoscritta...
Per mantenere
l'illusione dominante del nostro
tempo, che la sessualità umana
sia conoscibile in maniera
esaustiva dalla scienza medica o
dalla psicologia, ci condanniamo
a non ascoltare ciò che i
bambini e gli adolescenti
cercano di dirci, come quando
adottano comportamenti bizzarri,
che possono rivelarsi
comunicazioni molto
significative.
Contenitore dai
vaghi confini, l'adolescenza
come condizione di passaggio ha
due versanti: da una parte, come
ricorda l'espressione comune non
essere né carne né pesce, è un
luogo dal quale uscire
rapidamente, dall'altra è uno
stato in cui si può rimandare
l'assunzione rigida di modelli
di comportamento, fruendo di
maggiori possibilità di
trasformazione. Uno stato della
mente che rappresenta
l'ambiguità del concetto di
crescita.
2000a
Ravenna
FERNANDEL
Vedi, da questa pagina, il
pdf integrale online,
intitolato Ziaìda
e Tatantònio
UN FARDELLO DI GRAZIA.
STORIE DEL TATO E DELLA
ZIA
Chi portava in
famiglia il fardello della
follia, peso insostenibile,
niente affatto leggero, eppure
capace di sprigionare una grazia
bizzarra quanto irrinunciabile?
perché la follia interroga
incessantemente l'equilibrio,
imponendogli di riconoscersi
come labile e incerto,
chiedendogli una risposta,
perché l'esistenza non degeneri
tragicamente, forse più accolto
nell'epopea femminile, privata,
che nel romanzo affiora...
1988-1999
1999d
Bologna
Il Ponte Vecchio
PADRE
ABBONDANZA, MADRE MANCANZA
Postfazione di Agata e Pietra
Nera. Il difficile sentiero
dell'educazione sentimentale.. A
cura di Hamelin Ass. Culturale;
pref. di A. Faeti.
Come
Eros nel Simposio di
Platone, il desiderio di
apprendere sta tra mancanza
e abbondanza, tra la gioia
di sapere e lo scacco che
deriva dalla frustrazione,
dall'errore. Freud diceva
che i bambini ai quali
vengono date spiegazioni
'scientifiche' sulla
sessualità somigliano a quei
'selvaggi' convertiti al
monoteismo, che in segreto
continuano a celebrare i
loro riti: difficile
prescindere dall'affettività
se si volesse davvero
pensare all'educazione
sessuale.
Per chi
si leggono i capolavori
della letteratura per
l'infanzia, da Pinocchio al
Piccolo principe, da Alice a
Dorothy col mago di Oz? Si
insinua il dubbio che non
siano per i bambini, ma per
il bambino che l'adulto ha
dentro, e, senza saperlo, lo
sovrappone al piccolo che è
in attesa della sua parola.
Come in un film di Luis
Buñuel, dove una mamma e un
babbo vanno a denunciare il
rapimento della loro
bambina, senza accorgersi
che è accanto a loro...
Il libro
tesaurizza una minima parte
della felice esperienza di
corsi d'aggiornamento e
master a Longiano, nelle
scuole dell'obbligo delle
province romagnole. Ancora
la voce ai bambini, loro,
davvero, clamorosamente
capaci di ascoltare le fiabe
e di raccontarle coniugando
felicemente il lessico
quotidiano contemporaneo e e
la lingua dei secoli
passati.
Il sogno
del femminile, col principe
e il ballo, in cui la donna
oscura e disprezzata diventa
regina: da relazioni mitiche
tra madre e figlia, come
quella fra Demetra e Kore,
che impedisce le nozze, da
relazioni incestuose, come
quella di Pelle d'Asino, da
richieste d'amore
impossibili da
soddisfare, come sa
Cordelia... per comprendere
l'analisi passa attraverso
tante e tante versioni
popolari, e accosta voci,
come varianti del sogno,
tanto grande che la
scarpetta abita
l'immaginario di ognuno,
come la lampada di Aladino.
E alla fine, un po' di
geometria dei sogni...
Il saggio presenta i
risultati di un originale lavoro
psicoanalitico nella scuola,
attraverso il quale si può
osservare il primato
dell'affettività nei processi di
apprendimento. Il lavoro
analitico rende comprensibile e
indagabile il senso del fascino
della fiaba e della grazia
espressiva dei bambini. Si
riporta il saggio integralmente
per favorire gli
insegnanti interessati
all'esperienza e ai suoi
presupposti teorici.
1996
Firenze,
Giunti
[Gemini] 1996
Firenze, Giunti Scuola 1999
Brescia, La Scuola, 1999.
Le prime
fiabe pubblicate nel mondo
(Venezia XVI secolo,
Napoli XVII secolo),
come quelle popolari
raccontate a veglia fino
all'avvento della
televisione, sono per adulti
e bambini: non
pedagogizzate, rappresentano
per il bambino la realtà
psichica, e possono
costituire uno straordinario
strumento per
l'apprendimento della
lingua....
Un romanzo per
ragazzi - o per giovani adulti -
sulla Resistenza. Il
protagonista è in realtà Rino
Gasparini, comandante partigiano
della bassa modenese, medaglia
d'oro al valor militare, morto a
vent'anni. Di lui non è chiaro
se sia morto in un'imboscata,
perché non sopravvivesse alla
guerra, o se si sia trattato di
un incidente. Il romanzo è stato
adottato come libro di lettura
nelle scuole medie del paese di
Concordia, ma l'accoglienza più
calorosa questo piccolo romanzo
l'ha trovata tra gli ex
partigiani della zona.
Una
traduzione-adattamento,
suddivisa in capitoli con
epigrafi che ne favoriscono la
lettura, per rispettare
sia le esigenze dei piccoli
lettori che la fedeltà al
carattere del testo
originario, in particolare
alla sua articolazione
narrativa e alla sua
ricchezza simbolica.
Presentato da A. Faeti alla
Fiera del Libro per Ragazzi
di Bologna, 1.4.94.
La celebre fiaba di
Giovannino, analizzata in alcune
varianti, rappresenta la paura
come emozione umana senza la
quale il soggetto manca di un
elemento essenziale alla vita.
Se il protagonista, alla quale
la paura manca, ne va in cerca,
alla fine diventa ricco e
felice, mentre se non ne avverte
la mancanza muore vedendo la
propria ombra o il proprio
sedere.
1994d
Firenze
Giunti
L'AMBIVALENZA PERDUTA
In: Schedario, periodico di
letteratura giovanile; Biblioteca
di Documentazione Pedagogica.
Il piccolo scritto
parla di come chi si occupa
dell'infanzia, mal tollerando la
propria ambivalenza, agisca
censurando nei bambini ogni
tratto distruttivo o comunque
poco comprensibile,
costringendoli a rimuovere, per
crescere, qualcosa che sarebbe
necessario per vivere, come un
potenziale creativo temuto in
quanto connesso con elementi non
padroneggiabili.
Achi
definisce consolatorio e
irreale il finale felice
delle fiabe: non si tratta,
nelle storie più belle della
tradizione, di qualcosa che
arriva per caso, ma di una
meta da raggiungere
attraverso un percorso
enormemente complesso,
rappresentazione di
trasformazioni dolorose che
raramente si attraversano in
una singola vita.
La differenza di
genere letterario tra il romanzo
antico, il mito e la fiaba,
corrisponde al cambiamento di
registro rappresentazionale che
possiamo osservare in diverse
condizioni psichiche. È sempre
la stessa storia del soggetto,
ma il passaggio da una
narrazione realistica a una
fantastica, dove gli eventi
dipendono dalla magia o dalla
provvidenza, implica
significative varianti. Il
motivo dell'enigma, ad esempio,
nodo del tema dell'incesto e del
lutto, nel romanzo antico (Apollonio
re di Tiro, sec. III) ha
un finale felice, come nella
fiaba (Turandot, nella
prima versione settecentesca e
nell'opera di Puccini), mentre
nella tragedia di Edipo la
questione è più complessa. Quale
via attraverso il parricidio,
l'incesto, l'accecamento
volontario? il lutto che ne
consegue, ha una possibile
conclusione? quale senso ha la
morte di Edipo nel demo di
Colono?
"Mi sembra che la
crescita dell'informazione e
della mondializzazione della
politica abbiano un impatto
violento sulle culture
particolari, che rispondono in
maniera reazionaria alla
sensazione di una perdita di
confini, a una perdita di
identità collettiva, che è una
componente essenziale anche
della stabilità del singolo
individuo."
...
"Il fondamentalismo risponde a
un bisogno di contenimento
dell'angoscia al quale la
cultura laica non sa rispondere.
Per affrontarlo bisogna che la
comunità di chi pensa superi le
sue divisioni. Non so se questo
possa evitare bagni di sangue,
so solo che vale la pena operare
in questa direzione."
In un motivo
fiabesco delle Mille
e una notte si analizza
il tema del sapere come potere e
prestigio e la sua
disgregazione, provocata da una
perdita di identità. Le
peripezie del principe
calligrafo si incrociano con
quelle di una principessa
posseduta da un demone, e di una
principessa maga, che moriranno
per lui. Si analizza il
bellissimo duello magico fra la
principessa maga e il demone,
combattimento metamorfico che
potrebbe aver ispirato il
dipinto di Salvador Dalì Un
istante prima di svegliarsi,
e il duello tra Mago Merlino e
Maga Magò ne La spada
nella roccia. di
Wald Disney.
Rielaborazione della
conferenza tenuta nel 1987
all'Istituto Gradiva,
a Firenze, il saggio si apre su
un affresco di Giulio Romano dal
ciclo di Amore e Psiche nel
Palazzo Te di Mantova: Psiche si
è addormentata di fronte alla confusa
congeries, all'immenso
mucchio di semi che deve
ordinare prima del mattino,
compito che le formiche
assolveranno per lei. Come il
mucchio di semi e di
piume, così è la fiaba per il
ricercatore: l'indefinito della
fiaba, che corrisponde alle sue
figurazioni della realtà
psichica, esige rigore, a meno
che non si voglia sfumare
l'interpretazione in senso
moralistico o sottometterla a
schemi rigidi. Cosa rende le
fiabe così affascinanti e
sfuggenti? Intorno a una
speranza e a un desiderio
scorrono prove e perdite, tra le
quali la magia è un elemento del
discorso, essenziale al
funzionamento della sintassi
fiabesca. La magia punteggia la
trasformazione, e può
rappresentare i cambiamenti che
si danno nel lavoro analitico.
Il saggio anticipa
la soluzione del 'giallo' della
fiaba, raggiunta con
un'originale filologia
psicoanalitica. Per una
trattazione esauriente,
successivamente confermata dal
filologo arabo Muhsin M. Mahdi,
vedi il capitolo Kabikaj,
una storia della storia di
Aladino, nel saggio del
1993, Aladino e
la lampada meravigliosa.
Online dal 15 agosto 2004
Ultima revisione 12/06/2022