Ei già fu un cavaliere, ricco e potente, che era
disperatissimo di non aver figli. Aveva consultato mille
e mille medici intorno allo stato di salute della
moglie, e tutte le cure, tutte le medicine1 prescritte
da quella caterva di scienziati, erano riuscite
perfettamente inutili.
Finalmente fece un voto a Dio: e Dio esaudì i suoi
desideri: sua moglie uscì incinta, e dopo nove mesi
diede alla luce una bellissima bambina, cui diede un
curioso nome: Tarda!
Un giorno vide il cavaliere una fata e chiamatala a sé,
dimandolle quale sarebbe stato il destino della
figlioletta.
- Sino ai quindici anni, - rispose quella, - passerà
sempre pericolo di morire strangolata, per mezzo d'un
osso di bue. Perciò, se vuoi che giunga a tarda età
eseguisci questo consiglio: da oggi rinchiudila in un
sotterraneo, insieme con la sua nutrice.
Il cavaliere, amantissimo della figlia, ubbidì alla
fata, e rinchiuse la piccina in un sotterraneo.
Passarono gli anni.
Giunta Tarda verso i tredici anni, e non più bambina, ma
giovine essendo nel pieno sviluppo di sua femminilità,
domandò un giorno alla nutrice la ragione per la quale
lì sotto misteriosamente rinchiusa la tenevano i
genitori.
- Eh, mia cara figlia, - rispose la nutrice, - fu una
fata a dar questo consiglio a vostro padre... - e le
narrò tutto.
- È una curiosa istoria! - esclamò Tarda.
E poco dopo domandò:
- Com'è fatto un osso di bue?
- Colle parole non saprei dirvi...
- Mi volete bene? Se mi volete bene, procuratemene
uno, e ve ne sarò grata per tutta la vita!
- Che dite mai! - esclamò sgomenta la donna.
Ma le insistenze di Tarda furono tali e tante, che la
povera nutrice finì per cedere, e uscita di notte tempo
per la città, tornò con un magnifico osso. Tarda fu
felice.
E avvenne che ogni notte, quando la fanciulla era sicura
che la donna dormisse, togliea l'osso dal nascondiglio
ove quella avevalo riposto, e lo contemplava piena di
felicità.
Una volta dissegli:
- Perché, oh! Perché volevi uccidermi? Fammi piuttosto
felice, e liberami da questa orribile prigione, e
procurami uno sposo che sia il più potente uomo del
mondo!
L'osso mandò un piccolo suono: la fanciulla sbalordì.
Poi, piano, piano, picchiò con esso contro il muro.
L'osso mandò altri suoni più dolci, e disse:
- Seguita, seguita!
Tarda obbedì alle misteriose parole.
Dopo un poco di tempo, a forza di picchiare
continuamente, apparve nella parete una piccola
buca, dalla quale si vedeva una ricchissima stanza con
un magnifico letto, nel quale dormiva il figlio più
giovine del re.
Stupì Tarda a tale vista, e sorrise.
Nel mezzo della stanza una lampada d'oro illuminava ogni
cosa. Questa lampada era fatata, e disse alla fanciulla:
- Che cosa vuoi da qui?
- Dorme il tuo signore, il bel principe? - domandò
Tarda.
- Sì, dorme – rispose la lampada.
Allora la bella fanciulla, colla maggiore precauzione
possibile, penetrò dalla buca nella stanza del principe,
e visto su di un mobile un ricco orologio che a quello
servia di guida e di norma nelle ore del giorno, lo
prese con sé. Poi, scoccato sulle labbra del bel giovane
un ardente bacio, fuggì nel suo nascondiglio.
Destatosi all'improvviso il principe, e chiamò ad alta
voce aiuto. Accorsero guardie, cortigiani e soldati. Fu
rovistata la casa per trovare il colpevole: tutto riuscì
vano, e il povero principe tremante di paura, non dormì
per molte notti.
Passarono tre mesi.
Un'altra volta, nel cuor della notte, Tarda picchiò
contro lo stesso muro con l'osso. E apparì la solita
buca, e la solita stanza, illuminata dalla grande
lampada d'oro.
- Dorme il principe? - domandò.
- Dorme, - rispose la lampada.
Piano, piano, trattenendo il respiro, entrò ella nella
ricca stanza, e sedé un poco a contemplare il dormente:
era un bellissimo giovine di diciotto anni, alto,
biondo, dagli occhi neri e soavi.
Gli si appressò, e gli tolse dal dito mignolo un
grossissimo anello che quello aveva acquistato da poco,
e che era formato da una gemma di altissimo valore.
Poi gli scoccò sulle labbra il solito bacio, questa
volta più ardente, e fuggì, e sparì nel suo sotterraneo.
Nuovamente, alle grida del principe, fu messo sottosopra
il palazzo: ma il ladro non fu scoperto.
Il principe perdé la pace.
E passarono altri tre mesi.
Una notte Tarda prese l'osso, e lo batté contro il muro.
Apparve la buca, ma l'osso si ruppe.
La giovine penetrò nella stanza del principe.
Dormiva.
Allora gli tagliò una lunga ciocca di capelli, e gli
diede un altro arditissimo bacio. Cercò, come il solito,
di fuggire, ma questa volta la buca erasi rinchiusa.
Allora, sgomentata, pallida, atterrita, la bella
fanciulla su rivolse alla lampada:
- Lampada d'oro, - diss'ella, - aiutami tu!
La lampada la rapì con sé, in alto e la trasformò in
colomba.
Destatosi il principe, e vistosi col capo raso, presso
la fonte, cominciò a gridare.
Grande fu l'allarme nel palazzo.
E fu gridato un bando: chiunque consegnasse al principe
l'ardito ladro, potrebbe chiedergli qualunque grazia,
che egli accorderebbe di sicuro.
Ma il falso ladro non fu scoperto.
Intanto simile sgomento avveniva in casa del cavaliere,
al quale mancava la figliuola.
Egli presentossi al re:
- Maestà, - disse, - ho perduto mia figlia: certamente
il medesimo ladro che penetrò in vostra casa, togliendo
al principe l'orologio, l'anello e la ciocca di capelli,
ha rubato a me il più grande tesoro che mi avessi!
Chiedo giustizia a vostra maestà.
Il re volle allora, armato di fucile, rovistare di
persona in tutte le stanze del palazzo.
Giunto nella camera del principe, e volti gli occhi in
alto, vide sulla lampada la bella colomba bianca.
Voleva egli ucciderla, ma il figlio vi si oppose.
- Come, - diss'egli, - volete sparare nella mia stanza?
Cerchiamo piuttosto di prenderla viva.
E la colomba fu presa.
Sotto le ali portava nascosti i tre oggetti rapiti al
principe. Tutti se ne meravigliarono.
- Ecco il ladro, - dissero.
E volevano nuovamente ucciderla, ma il cavaliere disse:
- Maestà, una grazia: date a me quella colomba! Sarà il
cambio di mia figlia!
Gli fu concessa.
Mentre, col prezioso dono, se ne tornava in casa,
incontrò egli di nuovo la vecchia fata e le raccontò le
sue disgrazie.
La vecchia sorrise e rispose:
- Uccidete un bue, e con un osso di quello, picchiate
sul capo di questa colomba: riavrete vostra figlia.
Il cavaliere eseguì il consiglio, e la colomba
trasformossi in Tarda, nella sua amata figliuola.
Seppe il re l'avvenimento, seppelo il principe.
Allora i due giovani si vollero vedere: parean fatti
l'uno per l'altro.
E si sposarono.
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