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                                  C'era una
                                          volta, lontano lontano, una
                                          donna incinta stava affacciata
                                          a una finestra che dava sul
                                          giardino di un'orca, e siccome
                                          vide un bel quadratino di
                                          prezzemolo gliene venne tanta
                                          voglia che si  sentì
                                          svenire. Così, non potendo
                                          resistere, guardò che non ci
                                          fosse l'orca e andò a
                                          prenderne un bel ciuffo. Ma
                                          quando l'orca ritornò a casa
                                          pensò di fare la salsa verde,
                                          e andando a cogliere il
                                          prezzemolo si accorse che
                                          qualcuno lo aveva strappato.
                                          Disse fra sé e sé: "Che io
                                          possa schiantare se non
                                          afferro questa mano lesta e
                                          non la faccio pentire, dovrà
                                          imparare a sue spese a
                                          mangiare nel suo piatto senza
                                          inzuppare di nascosto nelle
                                          pentole degli altri".
                                       
                                    
                                     La povera donna
                                        incinta con quella voglia di
                                        prezzemolo continuava a scendere
                                        nell'orto, e una mattina l'orca
                                        ce la prese, e tutta arrabbiata
                                        e inviperita le disse: "Ti ho
                                        acchiappato, ladra matricolata!
                                        Mi paghi forse l'affitto
                                        dell'orto, per venire a cogliere
                                        la roba quando ti pare e piace?
                                        Ti giuro che questa volta non la
                                        passi liscia!".  
                                       La donna disperata
                                        cominciò a chiedere scusa,
                                        dicendo che non aveva ceduto
                                        alla tentazione perché fosse
                                        golosa o ingorda, la sua colpa
                                        dipendeva dal fatto che era
                                        incinta e aveva paura che non
                                        soddisfacendo quella voglia la
                                        creatura che aveva in seno
                                        avrebbe potuto nascere con le
                                        voglie di prezzemolo su tutto il
                                        corpo. "Queste sono solo
                                        chiacchere," tuonò l'orca, "e
                                        non pensare di accontentarmi con
                                        parole a vanvera! Preparati a
                                        pagare la tua colpa con la vita,
                                        a meno che tu non prometta di
                                        darmi quello che ti nascerà,
                                        maschio o femmina che sia". La
                                        povera donna, per scampare al
                                        pericolo mortale in cui si
                                        trovava, accettò questo patto, e
                                        l'orca la lasciò andare.  
                                       Quando venne il
                                        tempo, nacque una bambina così
                                        bella che ci si rallegrava a
                                        guardarla, e siccome aveva
                                        un  ciuffetto di prezzemolo
                                        disegnato in mezzo al petto, si
                                        chiamò Prezzemolina. La bambina
                                        cresceva benissimo, e quando
                                        ebbe sette anni cominciò ad
                                        andare da una maestra. ma tutte
                                        le volte che usciva per strada
                                        incontrava l'orca che le diceva:
                                        "Di' alla tua mamma di
                                        ricordarsi della promessa!". La
                                        mamma si confondeva a forza di
                                        sentirsi ripetere questo
                                        discorso, e un giorno che non ne
                                        poteva più disse a Prezzemolina:
                                        "Se incontri un'altra volta la
                                        solita vecchia e ti ripete le
                                        stesse parole, tu dille: 'e
                                        pigliatela!' ".  
                                       La bambina, che era
                                        all'oscuro di tutta la faccenda,
                                        incontrando l'orca che le disse:
                                        "Di' alla tua mamma di
                                        ricordarsi della promessa!", le
                                        ripose innocentemente come le
                                        aveva insegnato la mamma: "E
                                        pigliatela!".  Allora
                                        l'orca l'afferrò per i capelli e
                                        se la portò in un bosco dove il
                                        sole non entrava mai, perché gli
                                        alberi  erano troppo fitti,
                                        e la chiuse in una altissima
                                        torre che aveva fatto apparire
                                        lì per lì con un incantesimo.
                                        Questa torre non aveva porte né
                                        scale, ma solo un finestrino,
                                        attraverso il quale l'orca
                                        entrava e usciva, e per scendere
                                        e salire si attaccava alle
                                        trecce di Prezzemolina, che
                                        erano lunghissime e bionde.  
                                       Dopo un po' di tempo
                                        successe che mentre l'orca non
                                        era nella torre e Prezzemolina
                                        aveva sciolto le trecce al sole,
                                        passò il figlio di un re, che
                                        vedendo quei capelli
                                        scintillanti come l'oro si fermò
                                        incantato, poi alzando gli occhi
                                        vide il viso della fanciulla, e
                                        gli piacque tanto che le
                                        dichiarò  il suo amore.
                                        Prezzemolina si sentì subito
                                        conquistata dalla grazia del
                                        principe, e passarono un bel po'
                                        di tempo scambiandosi parole
                                        dolci, sospiri e promesse.
                                        Continuarono allo stesso modo
                                        per qualche tempo, finché
                                        decisero di trovare il modo di
                                        guardarsi più da vicino: quella
                                        notte lei avrebbe dato un
                                        sonnifero all'orca e il principe
                                        sarebbe salito in cima alla
                                        torre con i capelli di
                                        Prezzemolina.  
                                       Con questo accordo,
                                        quando venne l'ora stabilita, il
                                        principe arrivò ai piedi della
                                        torre e fece un fischio, la
                                        fanciulla calò le trecce, lui si
                                        attaccò con tutte e due le mani
                                        e disse: "Ora!"; lei lo tirò su
                                        e quando fu in cima il principe
                                        con un  salto entrò dal
                                        finestrino e si abbracciarono
                                        stretti. Poi, prima che si
                                        facesse giorno, lui scese giù
                                        servendosi della stessa scala
                                        d'oro e tornò al suo palazzo. 
                                       Erano così contenti
                                        di trovarsi insieme che
                                        continuarono a fare la stessa
                                        cosa per molte notti, ma
                                        un'amica dell'orca se ne accorse
                                        e andò subito a dirle di stare
                                        attenta, perché nella sua torre
                                        c'era un traffico che lei
                                        nemmeno se lo immaginava, col
                                        rischio che Prezzemolina
                                        prendesse il volo.  
                                       L'orca ringraziò la
                                        sua amica per il consiglio e le
                                        disse: "Ci penso io a chiuderle
                                        la strada, in ogni caso non può
                                        scappare, perché le ho fatto un
                                        incantesimo. Ci sono tre ghiande
                                        nascoste in una trave della
                                        cucina, e senza avere quelle in
                                        mano Prezzemolina non ha nessuna
                                        possibilità di sfuggirmi".  
                                      
                                      
                                        Ma mentre
                                            facevano questi discorsi la
                                            fanciulla, che stava sempre
                                            con le orecchie ben aperte,
                                            sentì tutto, così quella
                                            notte quando venne il
                                            principe lo fece salire
                                            sulla trave a cercare le
                                            ghiande.  
                                            
                                            
                                          
                                           
                                        
                                        Lui le
                                              trovò e le diede a Prezzemolina,
                                            che essendo stata fatata
                                            dall'orca sapeva cosa farne,
                                            poi intrecciarono una scala
                                            di spago, scesero insieme
                                            dalla torre, e appena
                                            toccarono terra si diedero
                                            alla fuga a gambe levate.
                                            L'amica li vide e cominciò a
                                            strillare per avvertire
                                            l'orca, e a forza di urlare
                                            riuscì a svegliarla. Quando
                                            sentì che Prezzemolina era
                                            scappata, l'orca scese dalla
                                            torre lungo la stessa scala
                                            di spago e cominciò a
                                            rincorrere i due innamorati.  
                                            
                                       
                                      Loro, quando
                                        se la videro dietro che correva
                                        come un cavallo matto, si
                                        sentirono perduti, ma
                                        Prezzemolina si ricordò delle
                                        tre ghiande e ne buttò una in
                                        terra. Ecco che in un batter
                                        d'occhio apparve un cagnone
                                        terrificante, che abbaiando e
                                        spalancando l'enorme bocca si
                                        stava avventando sull'orca per
                                        mangiarla in un boccone. Ma lei,
                                        che ne sapeva una più del
                                        diavolo, si mise una mano in
                                        tasca, tirò fuori una pagnotta e
                                        la buttò al cane, che abbassò la
                                        coda e si mise a mangiarla buono
                                        buono.  
                                       L'orca si rimise a
                                        correre a tutta potenza dietro
                                        ai fuggitivi e Prezzemolina,
                                        vedendo che si avvicinava, buttò
                                        in terra la seconda ghianda: ne
                                        uscì un ferocissimo leone che,
                                        frustando il terreno con la coda
                                        e scuotendo la grande criniera,
                                        era pronto a ingoiare l'orca
                                        nella sua gola immensa. Vedendo
                                        il leone l'orca tornò indietro,
                                        scuoiò un asino che pascolava su
                                        un prato, e dopo essersi messa
                                        la sua pelle addosso corse verso
                                        il leone, che credendola un
                                        asino si impaurì e scappò
                                        lontanissimo.  
                                       Superato anche
                                        questo ostacolo, l'orca riprese
                                        a inseguire a gran velocità i
                                        due poveri giovani, che vedendo
                                        un'immensa nuvola di polvere
                                        capirono che stava di nuovo per
                                        raggiungerli. L'orca, temendo di
                                        ritrovarsi davanti al leone, non
                                        si era ancora levata la pelle
                                        d'asino; quando Prezzemolina
                                        buttò in terra la terza ghianda
                                        ne uscì un terribile lupo, che
                                        senza darle il tempo di trovare
                                        un'altra soluzione, credendola
                                        un asino inghiottì l'orca in un
                                        batter d'occhio.  
                                       Così gli innamorati
                                        uscirono dal pericolo e piano
                                        piano andarono al reame del
                                        principe, che con la benedizione
                                        di suo padre sposò Prezzemolina,
                                        e vissero sempre in allegria e
                                        prosperità. 
                                       
                                      
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