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ADALINDA GASPARINI              PSICOANALISI E FAVOLE
Il vento si muove lentamente.
Passa sopra il mare
e lo ascolta raccontare.
Passa accanto al sole
e lo sente chiacchierare.
Passa sopra la luna
e la ode sospirare.
Continua a viaggiare



e le fiabe raccolte
lo cavalcano gridando.
Entra in una casa
e le storie vanno
nella bocca di una madre.
Le racconta al bambino
che ride nella culla.
(Elena, V elementare)
IL RE PORCO
VERSIONE COLLETTIVA DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE DI DUE CLASSI QUARTE ELEMENTARI
ESPERIENZA CONDOTTA NELL'A.S. 2009-2010 DALL'INSEGNANTE SILVIA LAZZER
SEGUENDO IL CORSO  IL MITO COME ESPRESSIONE CORALE  (LE CHIAVI DELLA CITTÀ, COMUNE DI FIRENZE)

INTRODUZIONE DI SILVIA LAZZER
VERSIONI COLLETTIVA
SCRITTA E DISEGNATA
TESTO DELLA VERSIONE COLLETTIVA
CON DISTINZIONE DI AUTORI/AUTRICI

INDICE DELLE VERSIONI COLLETTIVE 1995-2012


Silvia Lazzer

IL RE PORCO

LA VERSIONE COLLETTIVA DELLA FIABA: UN'ESPERIENZA IN DUE CLASSI QUARTE DI FIRENZE

Leggere fiabe è una prassi usuale per insegnanti e genitori, ed è interessante scoprire la vasta varietà di sbocchi che una lettura può racchiudere.

Quest’anno avevo deciso di frequentare un corso di aggiornamento sulla “versione collettiva” proposto dall’assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze nelle Chiavi della Città dal titolo “I miti greci come espressione corale” condotto dalla Dott.ssa Adalinda Gasparini, psicoanalista e studiosa di fiabe e mitologia. Per sperimentare la metodologia abbiamo iniziato con due fiabe tradizionali toscane in dialetto pistoiese, secondo la stesura del Nerucci: La bella Caterina o il Gatto Mammone  e Re Porco .

Le classi interessate sono state la 4C e la 4D della Scuola Primaria Kassel di Firenze.

Dopo la lettura secondo il “Decalogo” della fiaba, i bambini sono stati lasciati liberi di scegliere quale mezzo preferivano per esprimere le risonanze suscitate dalla lettura: la scrittura o il disegno. L’unione dei vari elaborati ha prodotto la ricostruzione  della storia.

La libertà di espressione non legata a giudizi o prestazioni da raggiungere ha permesso sia ai bambini che a me di gustare il sapore e la magia delle fiabe, di fare un’esperienza in cui eravamo insieme in un viaggio, sullo stesso piano. Osservare i lavori dei miei alunni fuori dai canoni consueti, mi ha permesso di “guardare oltre” e “guardare altro”, di scorgere dietro anche ad un lavoro “imperfetto” le potenzialità  comunicative che racchiudeva. È stato sorprendente anche per loro vedere come sono riusciti a ricostruire un testo anche particolare per linguaggio, terminologia a volte un po’ arcaica, l’intera storia con una freschezza espressiva coinvolgente, tipica dei bambini.

Prezioso è stato anche il lavoro collettivo svolto durante il corso di aggiornamento, perché la collaborazione e lo scambio di idee, esperienze, timori, dubbi e delucidazioni con gli altri partecipanti sotto  la guida della  dott.ssa Gasparini ha incoraggiato il lavoro e indicato nuovi sentieri.

L’insegnante di lingua italiana Silvia Lazzer
 


 

 


IL RE PORCO

VERSIONE COLLETTIVA SCRITTA E DISEGNATA

 

So una storia molto vecchia, toscana, ma bella. S’intitola: RE PORCO.
Un santo giorno una vecchia chiese l’elemosina alla Regina di Toscana e le disse: - Le’ mi dareste un po’ di lire?
- No, povera e vecchia donna, ci mancherebbe anche questa; preferirei che il figlio che partorirò fosse un porco.
La vecchia rispose: - Avrai un figlio porco!
- Vai via, vecchia.


SIGNORINA MI DAI L'ELEMOSINA?
VAI VIA VAGABONDA!
COSÌ SI TRATTANO I POVERI?

La regina tornò al palazzo e il giorno seguente partorì, ma invece di un bimbo, si ritrovò un porco! La regina piangeva disperata ricordando la sua avidità verso gli altri, si lamentò dicendo: - Povera a me, quel santo giorno che dissi quella parola!
Il porco era cresciuto e non poteva stare in casa, per cui lo misero in giardino.

Il porco un giorno vide tre fanciulle alte e bionde; si chiamavan: la più piccola Ginevra,  la più grande Lucilla e quella maggiorenne (mezzana n.d.r.) Nella. Ad un certo punto il porco cominciò a gruglire e a strillare perché stava guardando le tre figlie, non voleva mangiare e dava noia. Allora capirono che ne voleva una. La regina disse alle figlie: - Chi di voi tre vuole sposare il porco?
La sorella minore disse: - Io no di certo! - la seconda disse: - Che me ne faccio di un porco? Allora la maggiore disse: - Pazienza, lo prenderò io; lo faccio solo per  il babbo e la mamma.


Si sposarono e quella notte ci fu un miracolo: il porco si trasformò in un bellissimo giovanotto. La sorella maggiore si meravigliò e gli chiese:- Che ti è successo? Il porco rispose:- Devi sapere che di notte io divento un ragazzo, ma mi raccomando: non dire nulla a nessuno. Non dirlo alla regina che la notte sono umano e il giorno sono porco: è per la sua avidità che sono così: Se lo dici, avrai le conseguenze…


La maggiore durò nove o dieci giorni e poi andò dalla regina sua suocera e chiede di dirle una cosa segretissima, non la deve sentire nessuno, proprio nessuno. La regina rispose: - Va bene, entra nella mia camera e parla. Disse ai servi di andare via e le finestre le chiuse.  La maggiore le disse:- Devi sapere che di notte tuo figlio diventa un bellissimo principe!
Di sera ella tornò a casa; il ragazzo, essendo magico, aveva sentito tutto e disse: - E’ il modo questo di mantenere le promesse, briccona?!! Prese un ago calamitato e l’ammazzò. La regina aprì la porta di camera della sorella maggiore e si prese un colpo.

La mattina seguente il porco grugniva e strillava: voleva un’altra figlia; e così fu. Il porco indicò Lucilla. Allora la regina disse alla seconda sorella:- Sposerai te il porco. La sorella portò il porco in camera sua. Appena a letto il porco diventò un principe bellissimo! La media era sconvolta e le disse :-Devi sapere che la notte mi trasformo in un principe, ma mi dovrai promettere di non dirlo a nessuno. Ma la sorella mediana,dopo diciannove o venti giorni, non resistì e disse tutto alla regina. Arrivati alla sera, il porco le disse:-E’ questo il modo di mantenere le promesse?
Riprese lo stesso ago e l’ammazzò.
La mattina seguente strillava: voleva la più piccola, indicò Ginevra. Allora toccò alla sorella minore di prendere il porco. Il porco come prima disse:-Devi sapere che io di notte mi trasformo in un principe, ma mi raccomando, non dirlo a nessuno. Passarono trenta giorni e disse tutto alla regina. Poi tornò in camera sua e il porco le disse:- Avevi promesso che non lo dicevi a nessuno, ma a te non ti uccido, ma per ritrovarmi dovrai consumare sette paia di scarpe di ferro, sette vestiti di ferro e dovrai riempire
sette fiaschetti di lacrime; e poi scomparse nel nulla. La sposa andò dalla regina e disse tutto; allora la regina ordinò di fare quelle cose di ferro. E si mise in viaggio.
Durante il viaggio incontrò per due volte la stessa vecchietta che le diede una nocciola, anche la seconda; la terza volta le diede una noce e le disse: - Con questa noce ti fermerai sotto il castello della seconda moglie del porco e la schiaccerai e appariranno tante cose galanti. Dopo s’incamminò verso il castello e incontrò un vecchietto che le diede una noce e le disse:- Sotto il castello schiaccia questa noce e appariranno delle galanterie e chiedi alla regina una notte con il re.

Durante il viaggio incontrò per due volte la stessa vecchietta che le diede una nocciola, anche la seconda; la terza volta le diede una noce e le disse: - Con questa noce ti fermerai sotto il castello della seconda moglie del porco e la schiaccerai e appariranno tante cose galanti. Dopo s’incamminò verso il castello e incontrò un vecchietto che le diede una noce e le disse:- Sotto il castello schiaccia questa noce e appariranno delle galanterie e chiedi alla regina una notte con il re.

La ragazza arrivò al castello, ruppe la nocciola e uscirono cose belle. Una regina la vide e ordinò di darle ciò che voleva per le galanterie e la ragazza disse: - Una notte con lo sposo.

E così anche con la seconda nocciola.
E la regina accettò.
La sera , a mezzanotte, Ginevra diceva al re:- Sono la bella Ginevra e ho consumato sette paia di scarpe, sette vesti, e riempite sette boccette di lacrime, tutte queste di ferro!
Ma il re non sentiva niente perché dormiva. Questa cosa si ripetè per ben due volte.


- Devo fare ciò che mi ha detto la vecchina!

La noce era la più bella e di notte il re aveva sentito quello che aveva detto Ginevra...

...scapparono via insieme e ritornarono dalla madre del re porco, a casa loro...

...e infine il porco diventò per sempre una persona.

Solo la regina rimase nel castello.


- Sto per morire!

________________________________________________________________________________________________________________________

RE PORCO
VERSIONE COLLETTIVA CON DISTINZIONE DEI QUATTRO NARRATORI, DUE MASCHI E DUE FEMMINE


1M So una storia molto vecchia, toscana, ma bella. S’intitola: RE PORCO. Un
2F santo
1M giorno una vecchia chiese l’elemosina alla Regina
2F di Toscana e le disse:- Le’ mi dareste un po’ di lire? - No, povera e vecchia donna, ci mancherebbe anche questa; preferirei che il figlio che partorirò fosse un porco.

1M La vecchia rispose:- Avrai un figlio porco!
4M
-Vai via, vecchia!

2F La regina tornò al palazzo e il giorno seguente

1M partorì, ma invece di un bimbo,si ritrovò un porco!
3F La regina piangeva disperata ricordando la sua avidità verso gli altri,
2F si lamentò dicendo: - Povera a me, quel santo giorno che dissi quella parola!
4M
Il porco era cresciuto e non poteva stare in casa,
3F per cui lo misero in giardino.
4M
Il porco un giorno vide

2F
tre fanciulle alte e bionde; si chiamavan: la più piccola Ginevra,  la più grande Lucilla e quella maggiorenne
Nella.
3F Ad un certo punto il porco cominciò a gruglire e a strillare perché stava guardando le tre figlie,
4M non voleva mangiare e dava noia. Allora capirono che ne voleva una.

1M La regina disse alle figlie:- Chi di voi tre vuole sposare il porco? - La sorella minore disse:- Io no di certo!; la seconda disse:
3F - Che me ne faccio di un porco?
1M Allora la maggiore disse:-Pazienza, lo
4M prenderò io;
3F lo faccio solo per  il babbo e la mamma.
4M Si sposarono

2F
e quella notte ci fu un miracolo:

4M
il porco si trasformò in un

3F bellissimo giovanotto. La sorella maggiore si meravigliò
1M e gli chiese: - Che ti è successo? Il porco rispose: - Devi sapere che di notte io divento un ragazzo, ma mi raccomando: non dire nulla a nessuno.
3F Non dirlo alla regina che la notte sono umano e il giorno sono porco: è per la sua avidità che sono così: Se lo dici, avrai le conseguenze… La maggiore durò nove o dieci giorni e poi andò dalla regina
2F sua suocera
3F e chiede di dirle una cosa segretissima, non la deve sentire nessuno, proprio nessuno.
1M La regina rispose:- Va bene, entra nella mia camera e parla.
3F Disse ai servi di andare via e le finestre le chiuse.  La maggiore le disse:
1M - Devi sapere che di notte tuo figlio diventa un bellissimo principe!
4M
Di sera ella tornò a casa; il ragazzo, essendo magico, aveva sentito tutto e disse:

3F - E’ il modo questo di mantenere le promesse,
4M
briccona
?!!
1M Prese un ago calamitato
3F e l’ammazzò.
1M La regina aprì la porta di camera della sorella maggiore e si prese un colpo.
3F La mattina seguente il porco grugniva e strillava: voleva un’altra figlia; e così fu.

2F Il porco indicò Lucilla.

1M Allora la regina disse alla seconda sorella: - Sposerai te il porco. La sorella portò il porco in camera sua.
3F Appena a letto il porco diventò un
1M principe bellissimo!
3F La media era sconvolta
1M e le disse: - Devi sapere che la notte mi trasformo in un principe, ma mi dovrai promettere di non dirlo a nessuno. Ma la sorella mediana,
3F dopo diciannove o venti giorni,
1M non resistì e disse tutto alla regina.
3F Arrivati alla sera, il porco le disse:- E’ questo il modo di mantenere le promesse? - Riprese
2F
lo stesso
3F ago e l’ammazzò. La mattina seguente strillava: voleva la più piccola,
2F indicò Ginevra.

1M Allora toccò alla sorella minore di prendere il porco. Il porco come prima disse:- Devi sapere che io di notte mi trasformo in un principe, ma mi raccomando, non dirlo a nessuno.
4M Passarono trenta giorni e disse tutto alla regina.

1M Poi tornò in camera sua e il porco le disse:- Avevi promesso che non lo dicevi a nessuno, ma a te non ti uccido, ma
4M per ritrovarmi

1M dovrai consumare sette paia di scarpe di ferro, sette vestiti di ferro e dovrai riempire sette fiaschetti di lacrime;
4M
e poi scomparse nel nulla. La sposa andò dalla regina e disse tutto; allora la regina
ordinò di fare quelle cose di ferro. E si mise in viaggio.
2F Durante il viaggio incontrò per due volte la stessa vecchietta che le diede
4M una nocciola, anche la seconda; la terza volta le diede una noce e le disse:
2F - Con questa noce ti fermerai sotto il castello della seconda moglie del porco e la schiaccerai e appariranno tante cose galanti. Dopo s’incamminò verso il castello e incontrò un vecchietto che le diede una noce e le disse:-Sotto il castello schiaccia questa noce e appariranno delle galanterie e chiedi alla regina una notte con il re.
2F
La ragazza arrivò al castello,

4M
ruppe la nocciola e uscirono cose belle.
Una regina la vide e ordinò di darle ciò che voleva
2F
per le galanterie

4M
e la ragazza disse: - Una notte con lo sposo. E così anche con la seconda nocciola.
2F
E la regina accettò. La sera , a mezzanotte, Ginevra diceva al re: - Sono la bella Ginevra e ho consumato sette paia di scarpe, sette vesti, e riempite sette boccette di lacrime, tutte queste di ferro!

2F
Ma il re non sentiva niente perché dormiva. Questa cosa si ripetè per ben due volte. 

4M La noce era la più bella e di notte il re

2F aveva sentito quello che aveva detto Ginevra e scapparono via insieme e ritornarono dalla madre del re porco,
4M
a casa loro,
2F e infine il porco diventò per sempre una persona.

4M Solo la regina rimase nel castello.


Ultima revisione 23 novembre 2018