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Silvia Lazzer
LA VERSIONE COLLETTIVA DELLA
FIABA: UN'ESPERIENZA IN DUE CLASSI QUARTE DI FIRENZE
VERSIONE COLLETTIVA SCRITTA E
DISEGNATA
C’era una
volta in una casa una signora che aveva due figlie una era bellissima e si chiamava
Caterina, l’altra era veramente brutta; però la mamma
preferiva quella brutta. Siccome la brutta era gelosa della
Caterina, e anche la madre era molto gelosa, anche se la bella aveva un cuore
buono, faceva
molti scherzi per farla imbruttire, ma questo non succedeva mai!
Un giorno alla madre venne
un’idea e la disse alla figlia Brutta: - Farò andare Caterina
dalle Fate a chiedere in prestito lo straccio!
Con la scusa che con lo straccio
avrebbe fatto il pane.
- Esse, che sono
nemiche della razza umana, la graffieranno, la picchieranno, la
ridurranno a morte (lei sapeva che l’avrebbero sbrandellata tutta) e lei diventerà la più brutta di
tutte!
La madre chiamò Caterina, le disse tutto il piano fatto con la
figlia Brutta e
le ordinò di andare nel bosco. La bella sapeva l’inganno e impaurita supplicò la madre di non
farla andare, ma purtroppo non servì a niente! Caterina prese
il cesto e si
mise in cammino
nel bosco
piangendo con
paura delle fate.
Nel suo cammino incontrò un vecchio che la fermò dicendole
cosa le era successo e dove si stava dirigendo.
Ed ella gli rispose: - Mia mamma mi ha mandato dalle fate a
prendere lo straccio e le fate sono cattive!
Il nonnino ribattè:
- Se segui i miei ordini, no! Bussa con cautela e quando ti
dicono di aprire la porta con il dito, aprila con un
ramoscello. Aiuta tutti i gatti a fare le faccende di casa, molti gatti ricamano, cuciono: prenderai il loro posto pulendo
tutto, rigovernare
tutta la cucina.
Loro chiameranno il Gatto Mammone che ti chiederà di scegliere
tra pan bianco e cacio o pan nero e cipolle: tu scegli la
seconda opzione. Infine, scegli il vestito più brutto e ne uscirai più bella di ora.
Caterina obbedì e lo ringraziò. Però il vecchio sentì
un prurito in testa e le chiese cosa era e la bella gli
rispose che aveva oro, pietre preziose e perle.
La fanciulla si
incamminò tutta
felice, bussò, mise un bastoncino e via nella stanza dei gatti
che lavoravano e vedendoli così ridotti male in
quattro e quattr’otto finì tutte le ricamature dei gatti e
rigovernò tutta la cucina. Dopo tutti i gatti saltarono di
gioia e contenti
chiamarono il Gatto Mammone, il gatto più importante. Gli
raccontarono tutto quello che Caterina aveva fatto per loro e
Mammone apprezzò molto.
Il colore rosa
e la ricchezza e la grazia di questa cucina raccontano quanto può essere ricca la sfera del femminile, dove si realizza la cura dei corpi |
Le chiese se
voleva per colazione il pan bianco con il cacio o il pane nero
con le cipolle. Lei disse: -Vorrei il pane nero. Allora
Mammone le portò pan bianco con il cacio. Poi la portò al
piano di sopra, in
una stanza, attraverso una bellissima scala di cristallo. Il Gatto Mammone le disse di andare
in punta di piedi.
Essa, sapendo che
non doveva rompere niente, neanche sporcarla, si tolse le ciabatte e cominciò a
salire, l’attraversò
piano piano, senza una scheggiatura, non ci fece nemmeno un graffio.
In cima alle
scale c’erano tante fate e le fu chiesto: - Cosa vuoi? Pan nero e cipolla o pan bianco
con cacio ?
Lei scelse il primo, ma il gatto le diede il pan bianco.
- Vestiti belli o brutti?
Lei scelse quelli
brutti, di
ottone, ma il gatto Mammone e le fate le ordinarono di prendere il vestito
più bello ornato d’ oro. Caterina stava per tornare a casa e
il gatto Mammane le diede lo straccetto e le disse anche: - Se senti ragliare l’asino, non ti
girare e se senti il chicchirichì
del gallo, girati pure.
Quando cantò il gallo, lei si girò e una splendida stella le comparve in fronte.
La fanciulla
tornò a casa stupenda: essa aveva avuto il pane bianco, il vestito con i
gioielli d’oro e la stella: era più bella che mai. La madre e la sorella ne furono
ancora più invidiose, andarono su tutte le furie e la Brutta disse che
sarebbe andata lei a riportare lo straccio.
Il giorno
dopo la Brutta partì e andò nel bosco e anche lei incontrò il
vecchio che le chiese: -Dove vai così felice e contenta? E lei gli rispose: -
Fatti gli affari tuoi.
E disse il vecchio: - Vai, Vai…! Te ne accorgerai domani…!
La Brutta arrivò, bussò a forza sull’uscio di casa in modo tale che la porta incominciò
a traballare e le fate le dissero di mettere un
dito dentro; mise
il dito nella serratura e “zac, zic” le tagliarono il dito. Entrata in casa, buttò lo straccio
per terra ed entrò in cucina. Quando vide i gatti lavorare
cominciò a ridere a squarciagola e disse: - Che gattacci, sono molto
“carini”.
Li prese e li buttò tutti in terra, ruppe le costole, diede frustate e i gatti scappavano di qua e di là
per non farsi prendere! Gatto Mammone arrivò e le propose: -Vuoi il pan bianco o il pan nero?
La Brutta gli rispose: - Se voi veniste a casa mia io vi
staccherei un dito e vi darei pan nero? Via, datemi pan bianco!
E le toccò il pan nero.
Poi arrivarono alla stupenda scala di cristallo; Mammone disse alla Brutta di salire
con delicatezza, ma essa con i suoi maledetti zoccolacci la
rovinò tutta. Le
fate le proposero: - Gioielli d’oro o di ottone?
Essa rispose: - Certamente d’oro!
Scelse anche i vestiti più belli, ma come per il mangiare,
prese quelli più brutti, in ottone. Il Gatto Mammone disse alla Brutta:
- Quando senti ragliare l’asino, voltati; se senti cantare il
gallo, non voltarti.
E lei lo fece! Quando l’asino ragliò, si girò subito e sulla
fronte le comparve
una coda d’asino! Così tornò a casa piangendo, arrabbiata, bruttissima e senza un
dito!
Un giorno il Principe passò per le case,vide Caterina, se ne innamorò e le disse che la voleva come sposa. Le diede un appuntamento per
prenderla e portarla al castello. Dopo una settimana arrivò il
matrimonio, ma
la Brutta e la madre non sopportarono questo e scappò uno scherzo alle due
delinquenti: misero Caterina legata in un cesto in cantina e la chiusero dentro; rivestirono la Brutta con i vestiti
di Caterina, la
madre le mise un velo bianco davanti alla faccia, talmente lungo che copriva la testa, e tutti i suoi bellissimi gioielli
andarono nelle mani di sua sorella.
Si osservi come la cantina,
ambiente raramente presente nelle case realizzate di
recente, abbia una grata alla finestra, masia arredata come una stanza normale. |
Arrivò il
principe e quando
stava per darle la mano, sentì una voce piagnucolante cantare e provenire da sotto terra, giù in cantina. Ordinò di tagliare il velo e appena
fu fatto, il principe capì l’inganno. Disse ai suoi servitori di andare a
vedere chi c’era e trovarono la Caterina. Andò immediatamente a liberare Caterina e la mamma e la Brutta le buttò giù in cantina in un pentolone di olio bollente che
le uccise.
Al tramonto
tornarono alle nozze felici e contenti.
Caterina visse per sempre
felice insieme a suo marito, il Principe.
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1 C’era una
volta in una casa
2 una signora che aveva due figlie
1 una era bellissima e si chiamava Caterina, l’altra era
veramente brutta; però la mamma preferiva quella brutta.
2 Siccome la
brutta era gelosa della Caterina, e anche la madre era molto
gelosa,
3 anche se la bella aveva un cuore buono,
4 faceva molti scherzi per farla imbruttire,
3 ma questo non succedeva mai!
5 Un giorno alla madre venne un’idea e la disse alla figlia
Brutta:
3 - Farò andare Caterina dalle Fate a chiedere in prestito lo
straccio!
3 Con la scusa che con lo straccio avrebbe fatto il pane.
4 che sono nemiche
della razza umana,
2 la graffieranno, la picchieranno, la ridurranno a morte
1 (lei sapeva che l’avrebbero sbrandellata tutta) e lei
diventerà la più brutta di tutte!
5 La madre chiamò Caterina,
3 le disse tutto il piano fatto con la figlia Brutta
5 e le ordinò di andare nel bosco.
3 La bella sapeva l’inganno
5 e impaurita supplicò la madre di non farla andare, ma
purtroppo non servì a niente! Caterina prese il cesto
1e si mise in cammino
2 nel bosco
1 piangendo
2 con paura delle fate.
5 Nel suo cammino incontrò un vecchio che la fermò dicendole
cosa le era successo
3 e dove
si stava dirigendo .
4 Ed
ella
gli rispose: -Mia mamma mi ha mandato dalle fate a
prendere lo straccio e le fate sono cattive! - Il nonnino ribattè:
- Se segui i miei ordini, no!
Bussa con cautela e quando ti dicono di aprire la
porta con il dito, aprila con un ramoscello. Aiuta tutti i
gatti a fare le faccende di casa,
5 molti gatti ricamano, cuciono:
1 prenderai il loro posto pulendo tutto,
5 rigovernare tutta la cucina.
4 Loro chiameranno il Gatto Mammone che ti chiederà di
scegliere tra pan bianco e cacio o pan nero e cipolle: tu
scegli la seconda opzione. Infine, scegli
il vestito più brutto
5 e ne
uscirai più bella di ora.
2 Caterina obbedì
3 e lo ringraziò. Però il vecchio sentì un prurito in testa e
le chiese cosa era e la bella gli rispose che aveva oro,
pietre preziose e perle.
5 La fanciulla
3 si incamminò
5 tutta felice, bussò, mise un bastoncino e via nella stanza
dei gatti che
lavoravano e vedendoli così ridotti male in
quattro e quattr’otto finì tutte le
ricamature dei gatti e rigovernò
tutta la cucina.
1 Dopo tutti i gatti saltarono di gioia
3 e contenti chiamarono il Gatto Mammone,
2 il gatto più importante. Gli raccontarono tutto quello che
Caterina aveva fatto per loro e Mammone apprezzò molto.
3 Le chiese se voleva per colazione il pan bianco con il cacio
o il pane nero con le cipolle. Lei disse: -Vorrei il pane
nero. Allora Mammone le portò pan
bianco con il cacio. Poi la portò al piano di
sopra,
5 in una stanza, attraverso una bellissima scala di cristallo.
1 Il Gatto
Mammone le
disse di andare in punta di piedi.
5 Essa, sapendo
che non doveva rompere niente,
3 neanche
sporcarla,
2 si tolse le ciabatte e cominciò a salire,
5 l’attraversò piano piano, senza una scheggiatura,
1 non ci fece
nemmeno un
graffio.
3 In cima alle scale c’erano
tante fate e le fu chiesto: - Cosa vuoi?
5 Pan nero e cipolla
o pan
bianco con cacio ?
3 -Vestiti belli o brutti?
5 Lei scelse
1 quelli brutti,
5 di ottone, ma il gatto Mammone
1 e le fate
4 le ordinarono di
prendere il vestito più bello ornato d’ oro.
1 Caterina stava per tornare a casa e il gatto Mammane le
diede lo straccetto e le disse anche:
4 - Se senti ragliare l’asino, non ti girare e se senti il chicchirichì del gallo, girati
pure.
5 Quando cantò il gallo, lei
si girò e una splendida stella
3 le comparve in
fronte.
5 La fanciulla tornò a casa stupenda:
2 essa aveva avuto il
pane bianco, il vestito con i gioielli d’oro e la stella: era
più bella che mai.
5 La madre e la sorella ne
furono ancora più invidiose,
3 andarono su tutte le furie e la Brutta disse che sarebbe
andata lei a riportare lo straccio.
5 Il giorno dopo la Brutta partì e andò nel bosco e anche
lei incontrò il vecchio che le chiese:
1 - Dove vai così
felice e contenta? E lei gli rispose: - Fatti gli affari
tuoi.
1 E disse il vecchio: - Vai, Vai…! Te ne accorgerai domani…!
sasa
5 La Brutta arrivò,
1 bussò a forza
5 sull’uscio di casa
2 in modo tale che la porta incominciò a traballare
1 e le fate le dissero di mettere un dito dentro;
5 mise il dito nella serratura e “zac, zic”
le tagliarono il dito.
2 Entrata in casa, buttò lo straccio per
terra ed
entrò in cucina. Quando vide i gatti lavorare cominciò
a ridere a squarciagola
1 e disse: - Che gattacci, sono molto “carini”.
5 Li prese e li buttò tutti in terra,
2 ruppe le costole, diede frustate
1 e i gatti scappavano di qua e di là per non farsi prendere!
5 Gatto Mammone arrivò e
2 le propose:
1 - Vuoi il pan bianco o il pan nero?
[Insegnante]
La Brutta gli rispose: - Se voi venite a casa mia io vi
staccherei un dito e vi darei pan nero? Via, atemi pane
bianco!
1 E le toccò il pan
nero.
5 Poi arrivarono alla stupenda scala di cristallo;
2 Mammone disse alla Brutta
di salire con delicatezza, ma essa
5 con i suoi maledetti
zoccolacci la rovinò tutta. Le fate le proposero: - Gioielli
d’oro o di ottone? - Essa rispose: -
Certamente d’oro! - Scelse anche i
vestiti
più belli, ma come per il mangiare, prese quelli
più brutti, in ottone.
2 Il Gatto Mammone disse
alla Brutta: - Quando senti ragliare l’asino, voltati; se
senti cantare il gallo, non voltarti.
1 E lei lo fece! Quando l’asino ragliò, si girò subito e sulla
fronte le
3 comparve una coda d’asino!
1 Così tornò a casa piangendo, arrabbiata, bruttissima e senza un
dito! Un giorno il Principe
4 passò per le
case,
1 vide Caterina,
2 se ne innamorò
1 e le disse che la voleva come sposa.
2 Le diede un appuntamento
per prenderla e portarla al castello.
5 Dopo una settimana arrivò
il matrimonio,
2 ma la Brutta e la madre
non sopportarono questo
4 e scappò uno scherzo alle
due delinquenti: misero Caterina
5 legata
4 in un cesto in cantina
2 e la chiusero dentro;
4 rivestirono la Brutta con
i vestiti di Caterina,
2 la madre le mise un velo
bianco davanti alla faccia,
4 talmente lungo che
copriva la testa,
5 e tutti i suoi bellissimi
gioielli andarono nelle mani di sua sorella. Arrivò il
principe e
1 quando stava per darle la mano,
5 sentì una voce
piagnucolante
1 cantare
2 e provenire da sotto terra,
1 giù in cantina.
2 Ordinò di tagliare il velo
e appena fu fatto, il principe capì l’inganno.
5 Disse ai suoi servitori
di andare a vedere chi c’era e trovarono la Caterina.
4 Andò immediatamente a
3 liberare Caterina e la mamma e la Brutta le buttò giù
5 in cantina in
un pentolone di olio bollente che le uccise. Al
tramonto
4 tornarono alle nozze
felici e contenti.
3 Caterina visse
per sempre felice insieme a suo marito, il Principe.
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