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PICCOLO FESTIVAL DI CASI LIRICI PER NON MORIRE |
AN O R M A MILANO TEATRO ALLA SCALA 1831 |
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CINQUECENTO PAROLE PER NORMA Casta diva, è la dea vergine della luna, Artemide per i greci, Diana per i latini, signora dei boschi, cacciatrice. Vergine come Athena/Minerva ed Estia/Vesta, circondata da ninfe che devono mantenersi vergini, e nessun uomo deve violare con lo sguardo la nudità di Diana quando si immerge nel bagno. La punizione è terribile: Atteone, che l'ha vista per sbaglio,viene trasformato in cinghiale; i suoi cani non lo riconoscono e lo sbranano. Come può la somma sacerdotessa del tempio della Casta Diva, vergine dea lunare, rivolgersi alla dea lunare (Selene è uno dei nomi di Artemide) quando ha un amante segreto, un romano, straniero e nemico, dal quale ha avuto due figli? Una contraddizione che Maria Callas esprime con la voce, il volto, il corpo nel concerto di Parigi, 1958. Artemide, la dea che vive nei boschi e rappresenta il femminile selvaggio, irrompe sulla scena e sovverte l'ordine patriarcale quando viene violata, sia uccidendo chi pur involontariamente ha posato lo sguardo sul suo corpo senza veli, sia perseguitando le ninfe del suo seguito se hanno ceduto all'amore di un uomo. La dea lunare pregata da Norma è la divinità del femminile potente e separato dalla civiltà patriarcale: l'uomo non ha potere su questa creatura indomabile, a meno che non sia lei stessa a metterlo a sua disposizione. Qualcosa della donna resta fuori dall'ecumene, dal patriarcato fallocentrico, che ha come dea Artemide, Diana per i latini. Molte figure della mitologia greca e medievale hanno una potenza che possono mettere a disposizione del loro amato, purché, illudendosi di esserne padrone, non infranga il patto col quale ha preso questa donna, di esserle fedele, come Pollione a Norma, e di tenerla come sua sposa, come Giasone a Medea. Il patto viene regolarmente violato: se a causa della pulsione scopica - lo sposo va a vedere Melusina il sabato - la discendenza regale è salva, e la sposa scompare senza dar traccia di sé. Se invece il patto viene violato perché l'amante intende sposare un'altra, la furia della potente sposa può incenerire tutti i personaggi e tornare alla sua origine anteriore al patriarcato. Una versione del mito di Medea, ben diversa da quella scritta da Euripide, ha un finale nefasto per Giasone, la sua promessa sposa principessa e il re padre di lei, ma senza danni per Medea, che col suo carro trainato da draghi volanti abbandona Corinto con i figli e va a vivere con il mitico re di Atene Egeo, padre di Teseo. Per un errore del figlio il re Egeo credette che suo figlio fosse morto nell'impresa di sconfiggere il Minotauro, e si gettò nel mare greco che da allora prese il suo nome. In Grecia Maria Callas era stata concepita, e nell'Egeo furono sparse le sue ceneri. |
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TRAMA
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Atto I La scena si svolge a Corinto, nel palazzo del Re Creonte. Glauce sta terminando, aiutata da due ancelle, i preparativi per il suo matrimonio con Giasone. Questi ha ripudiato Medea, potente maga e sua prima consorte. Lei a suo tempo l'aiutò nell'impresa di rubare il Vello d'oro, tradendo così la sua stessa famiglia, e dalla loro unione nacquero due figli. Medea riesce ad entrare nel palazzo di Creonte e lì incontra Giasone, al quale chiede il ritorno in seno alla famiglia. Visto però il suo rifiuto lei lo maledice e giura vendetta. Atto II La scena si svolge all'interno del palazzo del Re. Medea vuole vendicarsi nonostante la sua ancella Neris cerchi di convincerla a lasciare Corinto. Anche Creonte ordina a Medea di abbandonare immediatamente la città ma lei implorando ottiene ancora un giorno da passare con i suoi figli. Incontra ancora Giasone e insieme rievocano i felici momenti del loro amore. Infine Medea ordina all'ancella di recare in dono a Glauce il manto e il diadema che ella ebbe da Apollo. Atto III La scena si svolge tra il palazzo e il tempio. Neris accompagna i due figli al cospetto della loro madre Medea. Dal tempio giungono voci e lamenti: Creonte e Glauce sono morti perché i doni di Medea erano avvelenati. La folla furente si scaglia contro Medea, ma questa, con Neris e i due figli, si rifugia nel tempio. Giasone accorre per arrestarla, ma Neris esce sconvolta dicendo che Medea ha assassinato i loro figli nel tempio. Indi appare Medea, con ancora in mano il pugnale insanguinato e dice a Giasone di aver compiuto la sua giusta vendetta. Sconvolto dal dolore egli muore e Medea rientra nel tempio, mentre questo sta andando in fiamme. (wikipedia) |
CASTA DIVA | |||||||
Parigi Palais Garnier 1958; https://www.youtube.com/watch?v=s-TwMfgaDC8, h 00:07:13. Ultimo accesso, 14/08/2023. Fra le notizie in calce al video si legge che al 2/12/20 le visualizzazioni erano 17.985.608. Maria Callas esprime con tutta la sua vita, la sua voce, la sua interpretazione, la donna intera, a ogni età, fragile e forte, impossedibile e pronta a dedicare tutta se stessa a un uomo, diva mondiale e tenera come una donna innamorata. Tutto questo è presente in massimo grado nel recital di Palais Garnier del 1958, in questa preghiera alla dea lunare della sacerdotessa che non è più vergine. Quando ha le braccia congiunte Callas potrebbe cullare un bambino per addormentarlo. Anche se sappiamo che nessuno, piccolo o grande, potrebbe addormentarsi a questo canto. Ma la Luna capirà, anche se la donna deve morire, o attraversare qualcosa come la morte per vivere le due parti del femminile che la cultura patriarcale scinde da sempre. Noi cerchiamo di capire, e capiamo anche la paura, l'incomprensione, il fallimento. Lo viviamo nel lavoro analitico, lo viviamo nella nostra storia, lo viviamo perfino preparando questo Piccolo festival. Per non morire... |
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OPERA
COMPLETA |
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Online la registrazione effettuata nel 1955 a Milano, al Teatro alla Scala, direttore Tullio Serafin. Insieme a Maria Callas, Franco Corelli, Christa Ludwig, Nicola Zaccaria. Orchestra e Coro del Teatro alla Scala, maestro del coro: Norberto Mola. LP Edition 1972. https://www.youtube.com/watch?v=tGy0ZDoVIR0; h 02:41:25; ultimo accesso 14/08/2023. La
Norma ebbe la sua prima il 26 dicembre 1831 alla
Scala. Destinata a diventare la più amata fra quelle
di Vincenzo Bellini, subì un fiasco clamoroso, sia per
circostanze legate all'esecuzione, sia per la presenza
di una claque avversa a Bellini e al soprano, Giuditta
Pasta. Anche l'inconsueta severità della drammaturgia
e l'assenza del momento più sontuoso, il concertato
che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti,
sconcertarono il pubblico milanese. |
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LIBRETTO |
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Norma. Tragedia lirica in due atti. Libretto di Felice Romani. Musica di Vincenzo Bellini. Edizione a cura di Emanuele Bonomi, con guida musicale all'opera. Venezia: Teatro La Fenice 2019; https://www.teatrolafenice.it/wp-content/uploads/2019/03/NORMA.pdf; ultimo accesso 14/08/2023. |
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PRIMA
DEL 1831 |
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1831 Alexandre
Soumet, Norma ou l'infanticide |
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Norma. Tragédie en cinq actes et en verses par M. Alexandre Soumet de l'Académie Française, representée pour la premiére fois, sur le Théatre Royal de l'Odéon par les Comédiens Ordinaires du Roy, le 6 avril 1831. Paris, J.-N. Barba, Libraire 1831. Lo scrittore francese Alexandre Soumet (Castelnaudary 1788 - Parigi 1845) già Uditore del Consiglio di stato napoleonico, poi bibliotecario (Saint-Cloud, Rambouillet, Compiègne), quindi, dal 1824, membro dell'Académie française. Più che con i suoi poemi (L'incrédulité, 1810; Jeanne d'Arc, 1825; La divine épopée, 2 voll., 1840), ottenne notorietà con le tragedie Clytemnestre (1822), Saül (1822), Cléopâtre (1824), Une fête de Néron (1830), Norma (1831; da questa F. Romani trasse un libretto per l'omonima opera di V. Bellini) che lo mostrano scrittore di transizione fra classicismo e romanticismo. |
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DOPO
IL 1831 |
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2012 Maurizio Melai, Due versioni di "Norma" a confronto: dalla tragedia di Alexandre Soumet al libretto d'opera di Felice Romani | |||||||
Due versioni di "Norma"..., In Poetarum Silva, poetarumsilva.com (Testo completo); ultimo accesso 17/09/2023 Felice Romani e Vincenzo Bellini, attenti osservatori del panorama letterario francese, cominciano a lavorare sulla tragedia di Soumet probabilmente nel luglio dello stesso anno, come testimonia una lettera di Bellini del 23 luglio: “Ho scelto di già il soggetto per la nuova mia opera ed è una tragedia intitolata Norma ossia l’infanticidio di Soumet adesso rappresentata a Parigi e con esito strepitoso…” L’opera conosce la sua prima rappresentazione alla Scala di Milano il 26 dicembre 1831, dopo soli cinque mesi di lavoro del librettista e del compositore. Il melodramma italiano giunge al Théâtre-Italien a Parigi quattro anni più tardi, ma è immediatamente sospeso a causa delle accuse di plagio formulate proprio da Soumet. Si dovrà attendere il 1845 per una fortunata ripresa dell’opera agli Italiens, ripresa di cui Gautier rende conto il 24 febbraio 1845: “L’interdiction qui pesait sur Norma a été levée enfin. M. Alexandre Soumet a compris qu’une belle musique n’ôtait rien à une belle tragédie, et que, puisqu’il fallait prendre les idées quelque part, il était naturel qu’on les cherchât là où elles sont, c’est-à-dire chez les poètes.” |
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2017 Paolo Mascari,
Callas ovvero Norma |
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Ieri, oggi, domani Opera! Norma non è un ruolo, non è un’opera, non è un melodramma. Essa è, se fosse possibile definirla con completezza, un monumento, un patrimonio culturale, frutto del genio artistico di Vincenzo Bellini, che sfugge a qualsiasi etichetta o classificazione. Questa inafferrabilità è il destino comune a tutte le grandi opere frutto dell’ingegno umano le quali, una volta create, divengono enormi e indefinibili. Ma un’opera musicale, non è un’opera d’arte come tutte le altre, infatti non avrebbe senso senza un interprete che la renda viva... (P. Mascari) https://ierioggidomaniopera.com/2017/09/20/maria-callas-ovvero-norma/; ultimo accesso 14/08/2023 Nel testo Paolo Mascari descrive una particolare corrispondenza di Callas col ruolo di Norma. Norma ha alle spalle, e davanti a sé, Medea, la maga che poteva modificare il corso della Luna, che Callas ha interpretato per Pasolini. Ma Callas è anche Tosca, cantante lirica che non capisce perché debba essere punita, non avendo mai fatto male ad anima viva. Vivere insieme due ruoli può uccidere la donna letteralmente: questo è vero per Callas e per i quattro personaggì lirici che abbiamo scelto. Poi è Traviata, che resta sola a morire - Alfredo arriva un po' tardino - ed è Butterfly che muore sola, per consentire al figlio di viver con onore - a Pinkerton l'ultima battuta, inutile come la promessa di Alfredo. Tosca sola dopo aver tentato di salvare l'amato, sceglie sola la morte. Rischia solitudine e morte ogni donna che tenta di vivere sia come madre e amante sia come artista o sacerdotessa, vale a dire senza mai rinunciare a mettere sulla scena della vita le due parti del femminile scisse dall'ordine patriarcale. |
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2020 Marina
Abramović, Seven Deaths of Maria Callas: Burning |
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Opéra national de Paris, Palais Garnier, Seven Deaths of Maria Callas, 2021; https://www.youtube.com/watch?v=7QoWCunToO0; ultimo accesso 14/08/2023 Marina Abramović/Norma va a morire vestita da uomo mentre Willem Dafoe/Pollione, che sceglie di morire con lei, indossa l'abito laminato che era di lei. A un livello interpretativo il soprano, qui come negli altri melodrammi italiani di cui parliamo, sostiene i valori - e la cultura - patriarcale più del tenore. Ma a un altro livello realizza un grado massimo e nuovo di femminilità e di umanità: Norma è la sacerdotessa pronta a morire per difendere l'onore della propria comunità e la pace con Roma, ed è allo stesso tempo madre e donna gelosa, amante del console Pollione, rappresentante dei romani dominatori. Potrebbe evitare il rogo se accusasse la rivale Adalgisa, invece sceglie di rendere pubblica la sua scelta segreta, di essere sacerdotessa e madre e donna innamorata. Non a caso le leggi antiche pretendevano al verginità e la castità nelle sacerdotesse: ancora oggi le suore, essendo spose di Gesù, devono vivere in castità. Si ricorda il caso narrato da Manzoni della Monaca di Monza, ispirato al caso vero di Marianna de Leyva y Marino. Costretta per sottrarle l'eredità materna a entrare in convento come Suor Virginia Maria, ebbe due figli dal conte Gian Paolo Osio. L'amante amato fu condannato a morte per gli omicidi commessi per difendere la sua relazione, e Marianna fu condannata a passare il resto della sua vita Condannato a morte e pugnalato prima . meglio nota come la Monaca di Monza ispirato al Un esempio di rottura tragica del patto è nella manzoniana Monaca di Monza. La straordinaria ininterrotta popolarità del melodramma italiano non può significare solo uno scambio di ruoli, come nella lettura della performer serba. L'estremo sacrificio di Norma significa, insieme all'impossibilità di vivere i due ruoli della donna da sempre rigidamente separati nel patriarcato, l'affermazione del desiderio irrinunciabile di viverli entrambi. Se in Burning di Marina Abramović riconosciamo la difesa della civiltà attuata dalla donna anziché dall'uomo - dal soprano anziché dal tenore - nella Norma di Belllini, in particolare nell'interpretazione di Maria Callas nel concerto del 1958 a Parigi sentiamo sia l'amore per l'uomo e la tenerezza della madre, sia la potenza della sacerdotessa che invocare la dea lunare perché conceda la pace. Il riferimento mitologico di Norma a Medea ci fa ricordare la maga della Colchide, il cui padre era figlio del Sole e fratello della potentissima Circe, che aveva il potere di modificare il corso della Luna, l'astro della dea invocata da Norma. |
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APPROFONDIMENTI |
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MEDEA
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VII sec. a. C,
Esiodo, Teogonia, vv. 993-1002 |
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Nella Teogonia Esiodo parla dell'eroe Giasone, figlio di Esone e di Medea, senza alcun riferimento alla feroce vendicatrice figlicida: La bella figlia fanciulla del re |
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431 a.C. Euripide, Medea,
tragedia |
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Nella traduzione di Ettore Romagnoli (1928). Testo integrale online. Wikisource Medea Odiami: aborro la tua voce amara. Giasone Ed io la tua; ma separarci è facile. Medea Come? Che devo fare? Anch'io lo agogno. Giasone: Fa’ che i miei figli io seppellisca e lagrimi. Medea No certo: seppellirli io stessa intendo, con le mie mani. Nel sacrario d’Era, Diva d’Ascrèa, li porterò, ché niuno dei nemici l’insulti, e non profani le tombe loro. E in questo suol di Sísifo sacre istituirò feste, e cortei, per espiare questa orrida strage. Alla terra mi reco io d’Erettèo, e con Egèo, figliuolo di Pandíone abiterò: tu, com’è giusto, morte farai da tristo, ché sei tristo: avranno amaro fine le tue nuove nozze. (Esodo, vv. 1374-1385) Vedi anche il testo greco integrale con la traduzione di G. Ghiselli (2008) |
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I sec. a.C. Ovidio,
Medea, tragedia |
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Servare potui: perdere an possim rogas? Ho potuto salvarti, chiedi se posso distruggerti? La tragedia giovanile di Ovidio è perduta,
resta questo verso nel quale risuona la straordinaria
profondità psicologica di Ovidio. L'ordine gerarchico
patriarcale ha bisogno del femminile indomito come
quello di Medea e Melusina, sia per conquistare il
vello d'oro, che cura ogni male, sia per fondare un
dominio e iniziare una dinastia regale. Il patriarcato
non si fonda su un misconoscimento della potenza
femminile, ma su una scissione fra la parte della
creatura femminile che nutre e custodisce i figli e lo
sposo sottomettendosi alla sua legge e al suo
desiderio, e la parte che eccede l'ordine maschile,
portando sia ricchezza che distruzione. Ipotizziamo
qui che il femminile scisso e allontanato dall'ecumene
sia quanto dell'umano non si sottomette a nessun
ordine. Qualcosa del femminile? O piuttosto
qualcosa rimosso nel femminile, assegnato e assunto
dal femminile, per liberare il maschile
dall'ambivalenza strutturale della psiche e rendere
possibile una società ordinata, una gerarchia e
fallocratica? Indomita è l'infanzia, indomita la
follia, indomita l'estasi...
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I sec. Ovidio, Lettera di Medea a
Giasone, Eroidi |
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[Esule, povera, disperata, Medea si rivolge al nuovo sposo, se le cure del regno ti lasciano tempo]. 1 Ma io tempo per te lo avevo, benché regina dei Colchi, quando chiedevi che la mia arte ti venisse in aiuto. Allora le sorelle che dispensano i fili degli uomini dovevano svolgere i fusi del mio destino. 5 Allora Medea poteva morire bene; tutta la vita vissuta da allora non è che castigo. Ahimè! Perché il legno del Pelio, spinto da braccia giovanili, cercò il montone di Frisso? Perché noi Colchi vedemmo Argo, la nave 10 di Magnesia e voi, ciurma greca, beveste l’acqua del Fasi? Perché i tuoi biondi capelli mi piacquero più del giusto, e la tua bellezza e la grazia finta della tua lingua? O almeno, dopo che la nuova nave era giunta alla nostra riva, portando uomini audaci, 15 l’ingrato figlio di Esone non fosse andato premunito contro i fuochi e le corna dei tori. Avrebbe gettato i semi, e sarebbero sorti altrettanti nemici, e il coltivatore sarebbe morto del suo raccolto. Quanta perfidia sarebbe morta con te, scellerato! 20 Quante sciagure sarebbero state risparmiate alla mia persona! (Dalle Eroidi, XII, Lettera di Medea a Giasone; ultimo accesso 19/09/2023) |
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I sec. Ovidio, Medea, dalle Metamorfosi | |||||||
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1797 Le 23 Ventôse Ann V.e, Médée, Tragédie. Paroles de Hoffmann - Musique de Chérubini. | |||||||
Libretto dell'opera online: Médée, Tragédie. Paroles de Hoffmann - Musique de Chérubini. Répreséntée sur le Théâtre Feydeau a Paris le 23 Ventôse Ann V.e. A Paris, chez Huet, Éditeur de Pièces de Théatre etulù de Musique, rue Vivienne, N.°8. An. V.e 1797 ultimo accesso 14/08/20. L'opera in tre atti è ispirata sia alla tragedia di Euripide che a quella di Seneca che alla versione secentesca di Corneille. Opera buffa, ovvero con ampi recitativi, fu presto dimenticata in Francia, mentre nell'Ottocento ebbe successo sia in Germania che in Italia, con i recitativi musicati. |
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1909 Medea, musiche di Cherubini, testo di Hoffmann | |||||||
La prima rappresentazione italiana è del 1909, MIlano, Teatro alla Scala. Atto I La scena si svolge a Corinto, nel palazzo del Re Creonte. Glauce sta terminando, aiutata da due ancelle, i preparativi per il suo matrimonio con Giasone. Questi ha ripudiato Medea, potente maga e sua prima consorte. Lei a suo tempo l'aiutò nell'impresa di rubare il Vello d'oro, tradendo così la sua stessa famiglia, e dalla loro unione nacquero due figli. Medea riesce ad entrare nel palazzo di Creonte e lì incontra Giasone, al quale chiede il ritorno in seno alla famiglia. Visto però il suo rifiuto lei lo maledice e giura vendetta. Atto II La scena si svolge all'interno del palazzo del Re. Medea vuole vendicarsi nonostante la sua ancella Neris cerchi di convincerla a lasciare Corinto. Anche Creonte ordina a Medea di abbandonare immediatamente la città ma lei implorando ottiene ancora un giorno da passare con i suoi figli. Incontra ancora Giasone e insieme rievocano i felici momenti del loro amore. Infine Medea ordina all'ancella di recare in dono a Glauce il manto e il diadema che ella ebbe da Apollo. Atto III La scena si svolge tra il palazzo e il tempio. Neris accompagna i bambini dalla madre Medea. Dal tempio giungono voci e lamenti: Creonte e Glauce sono morti perché i doni di Medea erano avvelenati. La folla furente si scaglia contro Medea, che, con Neris e i due figli, si rifugia nel tempio. Quando Giasone accorre per arrestarla, Neris esce sconvolta dicendo che Medea ha assassinato i loro figli nel tempio. Poi si mostra Medea, con il pugnale insanguinato fra le mani, e dice a Giasone di aver compiuto la sua giusta vendetta. Sconvolto dal dolore Giasone muore e Medea rientra nel tempio, che sta bruciando. (wikipedia) |
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1953, 1957, 1961,1971-72, Maria Callas interpreta Medea nell'Opera di Cherubini | |||||||
1953, a Milano; con Gino Penno, Maria Luisa Nache, Fedora Barbieri, Giuseppe Modesti; direttore Leonard Bernstein Opera completa, audio, h: 02:08:56; ultimo accesso 18/09/2023 1953, a Firenze; con Carlos Guichandut, Mario Petri, Fedora Barbieri. Orchestra e coro del Maggio musicale fiorentino, direttore Vittorio Gui. Opera completa, audio, h: 02:09:23; ultimo accesso 18/09/2023. 1957: a Milano; con Mirto Picchi, Renata Scotto, Miriam Pirazzini, Giuseppe Modesti; direttore Tullio Serafin, Registrazione Ricordi. Atto II, finale, audio; h: 00:09:58; ultimo accesso 18/09/2023. 1961: Con Maria Callas: Jon Vickers, Ivana Tosini, Giulietta Simionato, Nicolai Ghiaurov, direttore Thomas Schippers Video excerpts h 00:06:34 ; ultimo accesso 18/09/2023. 1971-72. Masterclass at the Juilliard School, Dei tuoi figli la madre h: 00:15:44; ultimo accesso 16/08/2023n |
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1969 Pier Paolo
Pasolini, Medea, film |
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Film completo, h 01:51:01; ultimo accesso 15/08/2023 Sei come una pietra preziosa che viene violentemente frantumata in mille schegge per poi essere ricostruita di un materiale più duraturo di quello della vita, cioè il materiale della poesia. (Pier Paolo Pasolini) Nell'intervista Maria Callas risponde così alla domanda del giornalista sul perché non abbia accettato l'invito di Dreyer a interpretare la sua Medea, la cui sceneggiatura sarebbe stata realizzata da Lars von Trier, e abbia invece accettato l'invito di Pasolini: - Sa, quello è un po' il destino: Pasolini è giovane, Dreyer era tanto vecchio... e purtroppo è morto nel frattempo. L'intervista completa si trova su Youtube, h. 00:07:42. Sulla vicenda di Maria Callas protagonista della Medea di Pasolini, vedi anche, in questo sito, nella pagina di Maria Callas. |
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1988: Lars von
Trier, Medea, film |
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Preview, YouTube Movies h 00:03:22 Film completo h 01:16:22 Medea è un film per la televisione danese del 1988 diretto da Lars von Trier, basato su una sceneggiatura che Carl Theodor Dreyer, maestro spirituale del regista, aveva preparato ma mai girato, ispirato dall'omonima tragedia di Euripide. (Wikipedia) Il film è molto crudo, personalmente non sono riuscita a vederlo senza inorridire, ad esempio la scena dei due bambini che avendo compreso quale destino li attende fuggono, ma la mamma li riprende e li impicca. La ferocia femminile, di solito rimossa dalle idealizzazioni della maternità, qui torna perturbante. Alla fine Medea siede sul pavimento di una nave che la porterà lontano da Giasone. Ma dove? All'uccisione dei propri figli si sopravvive anche se non si è psicotiche? Anche se non si ha a disposizione un carro trainato da draghi volanti? Lars von Trier e Carl Theodor Dreyer sembrano rispondere di sì. |
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2011 La sindrome di
Medea, forma di alienazione genitoriale |
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Alienazione genitoriale. Un terribile abuso contro i bambini 3. La sindrome di Medea. Chi la causa, area scientifica, pubblicazioni. A cura della dott.ssa Agata Gallo. http://www.alienazione.genitoriale.com/la-sindrome-di-medea-dott-ssa-agata-gallo/; ultimo accesso: 17/09/2023 Piccola nota: Medea non .ò.-ò.-è figlia di Circe, come scrive A. Gallo. Circe è sorella di Eeta, padre di Medea, ed entrambi sono figli del Sole. |
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2023 Piccola
fenomenologia degli attanti mitici e fiabeschi |
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Osserviamo spesso che da parte di più o meno celebri psi- viene fatto un uso disinvolto dei personaggi della mitologia classica per sostenere la propria teoria. In questo sito Medea è figlia della maga Circe , mentre Circe è sorella del padre di Medea, Eeta, come lei figlio del Sole. La vitalità del mito non dipende dal tempo, e può essere un'operazione feconda ispirarsi a Medea per dar vita a nuovi personaggii: è il caso di Norma. Mal sopportiamo invece rinarrare miti classici facendo muovere personaggi come Medea o Telemaco per sostenere le proprie teorie o convinzioni. I personaggi dei miti e delle fiabe ridotti a figurine sono in primo luogo inefficaci, come animali imbalsamati rispetto alle creature vive, vitali ininterrottamente da millenni. Non conosciamo altri che Richard Wagner capace di trasferire in nuove narrazioni - è il caso dell'Anello del Nibelungo - personaggi di mitologie diverse, senza imbalsamarli o cannibalizzarli. Gli attanti mitici e fiabeschi sono appartenenti a popoli apparentati fra loro e a ogni popolo della terra, in misura diversa. Possono migrare, essere invitati e ospitati degnamente, ma a ogni tentativo di colonizzazione sfuggono lasciando solo spoglie inerti, tornando nel loro Paese che possiamo visitare, ma non possedere. Prendiamo ad esempio la trasposizione di Medea dalla collocazione arcaica delle figure non appartenenti all'ordine patriarcale di Giasone, degli Argonauti e del narratore stesso, alla società arcaica precapitalista, operazione che consente a Pasolini di mostrare l'alienazione della società capitalistica e la tragica distruzione della cultura popolare di Medea. Il mito diventa insignificante nel momento in cui lo sfondo originario di Medea perde il suo carattere numinoso: la Medea di Pasolini brucia nel suo stesso incendio, come la governante signora Danvers nel finale di Rebecca. La prima moglie (Hitchcock, US 1940). La tragedia è diversa dal mito, in ogni caso Euripide (V sec. a.C.) non riduce la potenza arcaica del personaggio, senza la quale tutta la storia perde il suo significato: la Medea di Euripide abbandona la scena salendo sul suo carro portato da draghi volanti. Come Melusina e altri personaggi appartenenti a domini immaginari che precedono l'ordine patriarcale fallocentrico, Medea ha una potenza necessaria all'ordine patriarcale - Giasone senza il suo aiuto non conquisterebbe il vello d'oro - che però deve escluderla dalla vista come la nudità di Artemide. Chi, anche per caso, vede questa potenza fuori dall'ecumene, deve morire, come Atteone quando vede Artemide che si bagna. Se pensiamo a Melusina, il suo sposo, i cui discendenti concepiti con lei saranno i reali di Francia, rompendo la promessa di non cercare di vederla durante il bagno scopre la sua natura arcaica, e la perde per sempre. La natura femminile di Melusina, che ha una coda di pesce come le sirene, disordinata ovvero non ordinata dal patriarcato, non può vivere se non per un tempo limitato nell'ecumene fallocentrico. Quel che però il mito dice senza esitazioni è che Medea e Melusina, come le dee e le fate, non possono morire. (A meno che, provenienti da miti e favole spazi e tempi diversi, le creature divine non si trovino nella Götterdämmerung di Wagner, sulla quale almeno per ora non osiamo far commenti) |
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Adalinda
Gasparini - Psicoanalisi
e favole - home page In questa pagina di preparazione al Piccolo Festival Per non morire, sia per i brani di cui si cita la fonte sia per quelli annotati da chi scrive, ogni errore o svista va imputata a me, Adalinda Gasparini. Me ne scuso e ringrazio anticipatamente chi volesse segnalarmeli con una e-mail, facendo presente che la pagina è in costruzione. |
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online dal 10 agosto
2023; ultima revisione: 19/09/2023 |