PICCOLO FESTIVAL DI CASI LIRICI
PER NON MORIRE
L A   T R A V I A T A

  TEATRO LA FENICE,
VENEZIA, 1853
SEMPRE LIBERA
OPERA COMPLETA TRAMA
LIBRETTO PRIMA DEL 1853 DOPO IL 1853 IN 500 PAROLE
AL DI LÀ DELL'OPERA
08/08/23
Pretty Woman tra fiaba e melodramma


PER NON MORIRE
CINQUECENTO PAROLE DEDICATE ALLA TRAVIATA
L'OPERA PIU RAPPRESENTATA AL MONDO CON 4190 RAPPRESENTAZIONI NELLA STAGIONE 2015/2016

Il bisogno principale da soddisfare con le narrazioni grandi e piccole nel mondo patriarcale fallocentrico - nel quale ogni axis mundi (Mircea Eliade) è un fallo, un albero/pene-eretto - era fornire una composizione delle contraddizioni che le riducesse e le rimuovesse offrendo una visione esaustiva dell'uomo, della sua storia, del suo futuro, della sua presenza. Le narrazioni religiose e civili che soddisfacevano questo bisogno entrano in una fase critica che ha le sue prime battute nel passaggio dalla concezione tolemaica e biblica a quella copernicana (prima metà del Cinquecento), preceduta di poco dalla scoperta dell'America (1492). È, come ha scritto Freud, la prima grande ferita narcisistica subita, alla quale seguirà quella inferta da Darwin: dopo aver perduto la convinzione di occupare il centro dell'universo, abbiamo perduto quella di avere una posizione fin dalle origini privilegiata rispetto al mondo animale. Infine, la terza ferita viene inferta dalla psicoanalisi: non siamo padroni nemmeno della nostra casa, della nostra psiche.
Ci permettiamo di aggiungere che se è vero che non siamo padroni della nostra casa, della nostra stessa casa interiore, è altrettanto vero che ne siamo gli affittuari, e se è vero che non siamo noi i padroni, è altrettanto vero che il padrone non si fa mai vedere, e se come inquilini siamo inadeguati, non è in grado di sfrattarci o sostituirci: se l'Io, unico gestore possibile della casa, ha un tracollo, la sola possibilità è la psicosi, con la conseguenza di un TSO o di un volontario ricovero per ricevere cure psichiatrice, o, peggio, con esito più tragico nella forma melanconica del suicido o, in quella paranoica,  dell'omicidio.
Chi ha avuto la pazienza di leggerci fino a questo punto, si chiede cosa c'entra questa riflessione con Maria Callas e i quattro melodrammi sui quali lavoreremo Per non morire... In particolare Traviata, che mantiene da stagioni il primato del maggior numero di allestimenti nel mondo, è una narrazione che ci aiuta a sopportare una molteplicità di significati, compresenti e opposti gli uni agli altri.
Non è un caso il successo mondiale di questa narrazione, la cui potenza massima poggia sulla musica e il canto sublimi scritti da Verdi e intepretati da Maria Callas, ma anche a un libretto che non è più complesso di un romanzo d'appendice.
All'indebolimento della fede nelle grandi soluzioni prospettate dalle religioni del libro ha fatto riscontro il proliferare di nuovi generi narrativi: la fiaba e il melodramma nascono nello stesso secolo della perdita della centralità di noi col nostro pianeta nell'Universo. Hanno in comune qualcosa di prezioso, che passa inosservato proprio perché è sotto i nostri occhi: né da una fiaba né da un melodramma un politico può trarre esempi adatti a confermare il suo discorso volto a raccogliere consensi. Può usare i simboli, riducendoli a icone, come la svastica e i fasci littori del nazismo e del fascismo, ma non le narrazioni favolose e romanzesche - storie, favole o novelle, come diceva Boccaccio - dei generi moderni.
Perché questi generi sono sublimi e fin troppo semplici, hanno significati segreti, iniziatici, eppure non sopportano interpreti che cerchino di usarli per avvalorare concezioni moralistiche e gerarchiche, e infatti sono amati dalle persone che dedicano la vita agli studi come da chi a scuola c'è stato poco.
Le visioni totalitarie del Novecento, che promettevano una soluzione come le grandi religioni - sia una Germania e un'Europa purificate dalle razze inferiori e dai malati incurabili o un mondo sovietico senza classi e senza lavoro alienante - hanno esaltato, guidato e insanguinato il Novecento. Procedendo nel secolo, col processo di Norimberga si è creduto di curare il patriarcato asportandone chirurgicamente la parte malate - il nazismo - e con la caduta del Muro di Berlino, come fine del socialismo reale, abbiamo creduto che la fine della guerra fredda fosse di per sé l'inizio di un tempo di pace.
A casa nostra - casa di psicoanalista - queste due operazioni di salvataggio dell'assetto patriarcale, gerarchico meritano, a-posteriori, di essere considerate rimozioni collettive, che fatalmente, come Freud ci ha insegnato e come sperimentiamo quotidianamente in noi stesse e nei/nelle nostri/e pazienti, tornano, cariche di pulsioni che poco hanno a che fare con la protezione della vita e della generatività che la mantiene e la rinnova, mettendo al mondo creature di carne, di carta, virtuali e scolpite nella pietra.
Osserviamo come la posizione fallica sia talmente prestigiosa da attrarre la maggioranza delle donne che non vogliono essere circoscritte dalle mura di casa, come se la versione femminile fallica fosse salubre e potesse salvare il mondo.
La posta che enunciamo è altissima, ma non fa rumore, o perché siamo vittime di un abbaglio, o perché le idee nuove passano agevolmente sotto silenzio.
In questa sede vorremmo declinare con chiarezza quel che pensiamo, perché consideriamo proprio Traviata, l'opera lirica di Giuseppe Verdi derivata dall'opera teatrale di Alexandre Dumas figlio, la massima espressione di quale può essere il ruolo femminile in questa crisi, nella geniale insuperata interpretazione di Maria Callas. Anche senza averla sentita nell'interpretazione della divina, Marcel Proust riconosceva a Giuseppe Verdi il merito di aver conferito a Violetta Valery lo stile - lo spessore, l'autonomia - che mancava a Margherita Gautier.
Anche le versioni della storia successive all'opera di Verdi (1853) si ispirano come la Traviata stessa alla Dame aux Camélias di Dumas figlio (1848), hanno un debito verso il libretto di Francesco Maria Piave e, soprattutto, verso la musica di Giuseppe Verdi, che ne fanno ancora l'opera lirica di gran lunga più popolare del mondo intero.

Scriviamo queste righe rimandando alle versioni della Signora delle Camelie ovvero Traviata che andiamo elencando, troppe ma non tutte. Alcune, importantissime, poco note al di fuori degli ambiti specialistici - di certo a noi, anche se con una certa vergogna dobbiamo confessare che avevamo sentito parlare del film dedicato a Margherita Gautier, Signora delle Camelie, da Georg Cukor nel 1936, ma non di quello di Michelangelo Antonioni del 1953.
Quel che abbiamo da dire, via via che riflettiamo preparando il convegno, lo scriviamo giorno dopo giorno su questa pagina e sulle altre dedicate al Piccolo Festival, e cercheremo di dirlo insieme a chi vorrà essere con noi, l'11 novembre prossimo, nel Convento dei Francescani di San Salvatore al Monte alle Croci, qui a Firenze, accanto alla Basilica di San Miniato, alla Fortezza di Michelangelo, al Cimitero delle Porte Sante..

Nel corso dei tempi l'umanità ha dovuto sopportare due grandi mortificazioni che la scienza ha recato al suo ingenuo amore di sé. La prima, quando apprese che la nostra terra non è il centro dell'universo, bensì una minuscola particella di un sistema cosmico che, quanto a grandezza, è difficilmente immaginabile. Questa scoperta è associata per noi al nome di Copernico, benché già la scienza alessandrina avesse proclamato qualcosa di simile. La seconda mortificazione si è verificata poi, quando la ricerca biologica annientò la pretesa posizione di privilegio dell'uomo nella creazione, gli dimostrò la sua provenienza dal regno animale e l'inestirpabilità della sua natura animale. Questo sovvertimento di valori è stato compiuto ai nostri giorni sotto l'influsso di Charles Darwin, di Wallace e dei loro precursori, non senza la più grande opposizione dei loro contemporanei. Ma la terza e più scottante mortificazione, la megalomania dell'uomo è destinata a subirla da parte dell'odierna indagine psicologica, la quale ha l'intenzione di dimostrare all'Io che non solo egli non è padrone in casa propria, ma deve fare assegnamento su scarse notizie su quello che avviene inconsciamente nela sua psiche. Anche questo richiamo a guardarsi dentro non siamo stati noi psicoanalisti né i primi né i soli a proporlo, ma sembra che tocchi a noi sostenerlo nel modo più energico e corroborarlo con un materiale empirico che tocchi da vicino tutti quanti gli uomini.
(Freud, OSF 8; Introduzione alla psicoanalisi, p. 446) 

 

TRAMA

Atto I
Violetta Valery è una giovane bellissima cortigiana parigina, ha un protettore che provvede a lei generosamente, però è malata di tisi. Una sera, avendo invitato amici a cena, conosce Alfredo Germont, un giovane di buona famiglia che le confessa di amarla da quando lei gli è apparsa. Violetta è sorpresa, dubita di poter corrispondere a questo sentimento, ma concede la sua amicizia ad Alfredo  e gli dona una camelia dicendogli di tornare da lei quando il fiore sarà appassito. Dopo la festa Violetta si chiede se non possa innamorarsi È strano, Follie, follie e Sempre libera.

Atto II
Violetta e Alfredo si amano e vivono nella casa di campagna di Violetta, lontano da Parigi. Violetta, per far fronte alle spese, deve vendere i suoi averi. Durante l'assenza di Alfredo, suo padre arriva da Violetta e la accusa di sfruttare il figlio. Lei gli dimostra che è lei a provvedere alle loro spese, e Germont capisce che Violetta ama suo figlio, ma le chiede di sacrificarsi per lui e le la sorella pura siccome un angelo, che non potrebbe più sposarsi se Alfredo vivesse con una cortigiana. Disperata Violetta accetta di separarsi da Alfredo e per convincere l'amante gli scrive una lettera in cui gli dice che preferisce tornare alla vita di prima. Consegnandogli la lettera canta Amami Alfredo.
Alfredo è fuori di sé dalla rabbia, e il padre non riesce a convincerlo a tornare in Provenza: segue Violetta a Parigi e la raggiunge alla festa della sua amica Flora.
Quando Violetta arriva col barone suo protettore, Alfredo lo sfida al gioco e vince una forte somma. Violetta lo chiama e per convincerlo ad andarsene gli dice che ama il barone. Alfredo la insulta e le getta una borsa davanti a tutti dicendo ora pagata io l'ho. Violetta sviene fra le braccia di Flora e del Dottore. Entra Germont padre, che condanna il gesto di suo figlio come tutti gli invitati, mentre Violetta perdona Alfredo perché sa che si considera tradito da lei.

Atto III
Violetta è a Parigi, in punto di morte: saluta i bei sogni infranti e chiede perdono a Dio. Arriva una lettera di Germont padre che le dice di aver rivelato il suo sagrifizio ad Alfredo, che ora sta tornando a Parigi per chiederle perdono. Violetta si logora nell’attesa ma quando Alfredo arriva e le canta tutto il suo amore duetta con lui come se sperasse in un miracolo. Cerca di alzarsi ma capisce che sta morendo, proprio ora che vorrebbe vivere. Perdona anche Germont padre e muore.

 


È STRANO, È STRANO                                       FOLLIE, FOLLIE                                        SEMPRE LIBERA
La Traviata è l'opera più rappresentata al mondo, e Sempre libera è l'aria più celebre nel mondo
È strano!… è strano!… in core
Scolpiti ho quegli accenti!…
Sarìa per me sventura un serio amore?
Che risolvi, o turbata anima mia?…
Null’uomo ancora t’accendeva… O gioia
Ch’io non conobbi, essere amata amando!…
E sdegnarla poss’io
Per l’aride follie del viver mio?…
Ah, fors’è lui che l’anima
Solinga ne’ tumulti
Godea sovente pingere
De’ suoi colori occulti!…
Lui che modesto e vigile
All’egre soglie ascese,
E nuova febbre accese,
Destandomi all’amor!…
Ah, quell’amor ch’è palpito
Dell’universo intero,
Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor.
A me fanciulla, un candido
E trepido desire
Questi effigiò dolcissimo
Signor dell’avvenire,
Quando ne’ cieli il raggio
Di sua beltà vedea,
E tutta me pascea
Di quel divino error.
Sentìa che amore è palpito
Dell’universo intero
Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor
(Resta concentrata; scuotendosi)

Follie! follie!… delirio vano è questo!…
Povera donna, sola
Abbandonata in questo
Popoloso deserto
Che appellano Parigi,
Che spero or più? Che far degg’io! Gioire,
Di voluttà nei vortici perir!…
Gioir!…
Sempre libera degg’io
Folleggiar di gioia in gioia,
Vo’ che scorra il viver mio

Pei sentieri del piacer.
Nasca il giorno, o il giorno muoia,
Sempre lieta ne’ ritrovi,
A diletti sempre nuovi

Dee volare il mio pensier.




Maria Callas; direttore Gabriele Santini; Torino, CETRA 1953
https://www.youtube.com/watch?v=ZGjmWYzVxkk; durata h 00:09:25; ultimo accesso 04/08/23.



LA TRAVIATA

Edizione del 27 marzo 1958, São Carlos, Lisbona, Maria Callas soprano. (h. 02:02:42)
Con Maria Callas: Alfredo Kraus, Mario Sereni, direttore Franco Ghione
https://www.youtube.com/watch?v=4oJwdMG-eeA; ultimo accesso 17/07/23.


Giuseppe Verdi assistette a una rappresentazione del dramma di Dumas Figlio, e da questa opera teatrale Francesco Maria Piave trasse il libretto della Traviata.
Scegliendo il dramma di Dumas, Verdi si proponeva lo scopo coraggioso di fissare nell'eternità della musica un episodio di attualità, cioè la vita e la morte di Alphonsine Plessis, cortigiana ammirata al centro della società parigina, amata e desiderata da nobili, intellettuali e artisti. Tra loro Alessandro Dumas figlio, e il nobile ministro di Napoleone che avrebbe ispirato a Dumas il personaggio di . Nel Libretto della Fenice si legge questo e molto altro, come la lode che Proust riservò a Verdi, che a suo parere avrebbe dotato la protagonista dello stile che le mancava nel dramma di Dumas. (Cit. p. 8)
Seguendo il parere di Proust, in Verdi vediamo inoltre la questione femminile nel mondo che stava già cambiando: il conflitto è fra la donna ammiratissima e libera di amare chi vuole, e quello fra la donna innamorata senza riserve che sacrifica la sua gioia di vivere per onorare l'amato, a prezzo della sua stessa vita. Sono le due parti della donna che ora tentano di ricongiungersi, con infinite difficoltà, dopo essere state scisse dall'organizzazione patriarcale fallocentrica, che le voleva in spazi separati. La popolarità del melodramma dipende dalla sua magica capacità di significarle entrambe, e la voce del soprano, soprattutto di un soprano che ha l'estensione vocale e la capacità drammaturgica di Maria Callas, le modula entrambe. Così realizza il potenziale espressivo del melodramma italiano.. Qui dobbiamo limitarci a quattro titoli, ma ce ne sarebbero molti altri, non solo italiani. Ma già quel che si può sentire e comprendere da questi quattro capolavori, è tanto vasto e profondo che si posa brevemente e poi vola via dal nostro progetto, diffondendo la sua impadroneggiabile ricchezza.

Finale con Giuseppe di Stefano; h 00:14:24

Finale alla Scala, 1955, regia di Luchino Visconti: h: 00:05:13

Proust apprezzò l'opera di Verdi, che a suo parere aveva conferito alla bellissima cortigiana lo stile che le mancava nel dramma di Dumas. (Libretto del Teatro La Fenice, p. 8, record successivo)
Se avesse sentito Maria Callas avrebbe detto che le conferiva lo spessore romantico e tragico che Verdi aveva sognato.





LIBRETTO

Di Francesco Maria Piave
Teatro La Fenice, stagione 2004-2005
https://www.teatrolafenice.it/wp-content/uploads/2019/03/TRAVIATA-LA.pdf





PRIMA DEL 1853


1824-1847, Marie Plessis

Marie Duplessis è stata una delle più celebri cortigiane della storia, e ha ispirato molte opere letterarie, teatrali e cinematografiche. Tra le più note, La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio (dove figura come Marguerite Gautier), e La traviata di Giuseppe Verdi.

Alphonsine Rose Plessis (poi Marie Duplessis) nasce nel 1824 in un paesino della Bassa Normandia, dove trascorre l'infanzia in estrema povertà. Adolescente, lavora in una fabbrica di ombrelli, e all'età di 16 anni si trasferisce a Parigi in cerca di fortuna. Acquisisce, partendo dal nulla, estrema celebrità, amata da personaggi del massimo rilievo: come il duca Agénor de Gramont, diplomatico e politico, poi ministro degli esteri di Napoleone III. Sarà amante di Alessandro Dumas dal settembre 1844 all'agosto 1845. Diventa amante di Franz Liszt e poi del conte Édouard de Perrégaux, che sposa nel 1846. Muore di tisi nel 1847, a 23 anni. Al suo capezzale ci sono Perrégaux e un altro dei suoi amanti, il conte svedese von Stakelberg.
Dotata di grande intelligenza e personalità eccezionali, Marie Duplessis era bellissima, e la sua bellezza era esaltata dal mal sottile, la tubercolosi. Il fascino conferito dalla malattia era molto amato dai romantici del XIX secolo, e la tubercolosi era un'epidemia in tutto l'Occidente. «Tra il 1780 e il 1850 ci fu una sorta di esteticizzazione della tubercolosi che s'intrecciava con la bellezza femminile», scrive la storica americana Carolyn Day nel suo libro Consumptive Chic: A History of Fashion, Beauty and Disease.
La tubercolosi uccideva inesorabilmente, ma lentamente, e poteva conferire un fascino particolare: la carnagione d'un pallore eccezionale, le labbra rosse, il rossore sulle guance e gli occhi scintillanti per le febbri ricorrenti, una vite «da vespa» per l'inappetenza e i capelli fini e morbidi come la seta.
Nel melodramma oltre a Violetta nella Traviata c'è un'altra attante soprano affetta dal fatale mal sottile: Mimì nella Bohème di Puccini.


 
1848, Alexandre Dumas (figlio), La Dame aux Camélias, romanzo

La signora delle camelie (La Dame aux camélias) è un romanzo di Alexandre Dumas figlio, edito nel 1848. Composto nello spazio di un mese, il romanzo è la trasposizione romanzata della storia d'amore dell'autore con Marie Duplessis.
Il romanzo, ambientato a Parigi, è narrato in prima persona; la voce narrante dichiara di voler raccontare una storia vera e toccante di cui è venuto a conoscenza in modo casuale. Inizia quindi a raccontare della sua visita ad un appartamento messo all'asta con tutti i mobili. Egli ipotizza che la ricca casa potesse essere appartenuta a una prostituta che l'aveva arredata con i molti oggetti preziosi regalati dai suoi uomini.
Intanto scopre che l'appartamento era di una certa Margherita Gautier, una mantenuta che egli conosceva per fama e che era morta da poco lasciando molti debiti. Durante la narrazione, grazie ai flashback sulla storia di Margherita, il lettore viene a conoscenza del fatto che la protagonista frequentava gli Champs-Elysées e le rappresentazioni teatrali, portandosi sempre dietro tre oggetti: l'occhialino, un sacchetto di dolci e un mazzo di camelie, che per 25 giorni al mese erano bianche e per i restanti 5 giorni rosse (così comunicava in modo discreto quando era disponibile o meno per gli incontri amorosi). Margherita era una cortigiana protetta da un duca, che le dava denaro per soddisfare ogni suo capriccio poiché ritrovava in lei l'immagine della figlia morta: così, nonostante la vita mondana di eccessi e trasgressioni, il duca provava affetto verso di lei e se ne occupava. (Per la trama completa, vedi wikipedia, La Signora delle camelie).




1852 Alexandre Dumas figlio, La Dame aux camélias, opera teatrale

La signora delle Camelie Dramma in cinque atti di Alessandro Dumas (figlio). Trieste: Colombo Coen Tip.- Editore, 1860; pp. 110. Online: https://www.google.it/books/edition/La_signora_dalle_camelie_Dramma_in_5_att/RIkchn8RiGsC?hl=it&gbpv=1&pg=PA3&printsec=frontcover; ultimo accesso: 07/08/23.


DOPO IL 1853


1881 Sarah Bernhardt interpreta La Dame aux camélias, di Alexandre Dumas figlio, al Teatro Manzoni di Milano





1891 La Dame aux camelias, di Alexandre Dumas, opera teatrale, con Sarah Bernhardt

Sarah Bernhardt è stata La Dame aux camélias

 



1903 Viggo Larsen Kameliadame, Danimarca, Cortometraggio muto

È la prima versione cinematografica del romanzo di Alexandre Dumas figlio.
Il film è conosciuto fuori dai confini danesi con il titolo di Camille e segna l'esordio sullo schermo dell'attore Carl Alstrup, fratello di Oda Alstrup, a sua volta interprete di Marguerite Gauthier nell'opera teatrale di Alexandre Dumas. (https://it.wikipedia.org/wiki/Kameliadamen)




1909 Ugo Falena, Italia, La Signora delle camelie (Camille), cortometraggio muto


Protagonista Francesca Bertini
Info wikipedia



1911, Louis Mercanton La Dame aux camélias, cortometraggio muto (Francia)

Sarah Bernardt è Margherita Gautier

Info su wikipedia



1915, Gustavo Serena, La Signora delle camelie, film muto, con Francesca Bertini

Film restaurato; nuove musiche di Ennio Moricone (1992); h 00:53:03; ultimo accesso: 08/08/2023

Il regista Gustavo Serena interpreta Armando Duval



1917, J. Gordon Evans, Camille, film muto, USA

https://it.wikipedia.org/wiki/Camille_(film_1917)




1921, Ray C. Smallwood, La signora delle camelie (Camille), film muto (USA)

Le scenografie e i costumi Art Deco sono di Natacha Rambova, che sarebbe diventata la moglie di Rodolfo Valentino, protagonista maschile del film; protagonista femminile Alla Nazimova  (info wikipedia)

Il film Camille si trova integralmente online: https://www.youtube.com/watch?v=McC3NNDRb6c; h 01:09:28. ultimo accesso 08/08/2023.





1936, George Cukor, Margherita Gautier (Camille), Film, USA, con Greta Garbo e Robert Taylor

Tratto dal romanzo e dal dramma di Alexandre Dumas figlio, Robert Taylor protagonista maschile.
Il produttore Irving Thalbert morì a 37 anni durante le riprese. Il film fu completato dal suo amico Bernard H. Hyman. Al budget stimato di 1.486.000 dollari corrispose un incasso di 1.154.000 dollari negli USA e 1.688.000 in Europa.Fu nel 1936 il film con il maggiore incasso nel mondo. (Da Wikipedia)

Trailer originale; (en) ultimo accesso 08/08/2023

Nuovo incontro di Margherita con Armando; (it) h 00:3:40; ultimo accesso 08/08/2023

Margherita suona Chopin, ride e non apre ad Armand; (en) h 00:03:40; ultimo accesso 08/08/2023

Margherita, I want to be alone; (en, sottotitolato it) h 00:05:00; ultimo accesso 08/08/2023

Margherita muore fra le braccia di Armando; (it) h 00:02:22; con un commento sul doppiaggio di Tina Lattanzi; ; ultimo accesso 08/08/2023





1953, Michelangelo Antonioni, La signora senza camelie (Italia), con Lucia Bosè e Gino Cervi

Film completo su Youtube; h 01.36.06; ultimo accesso: 08/08/2023



1971 Quartetto Cetra, Margherita Gauthier (La signora delle camelie)

Con il Quartetto Cetra, Bice Valori, Paolo Panelli, Ave Ninchi, Aldo Fabrizi.

Completo, su Youtube: h. 00:17:21
; ultimo accesso 26/09/2023
 

Su Artecotte, con l'indicazione di tutte le musiche e le canzoni parodiate, in due parti; ultimo accesso 26/09/2023




1971 Vittorio Cottafavi, La signora delle camelie, film TV (Italia), protagonista Rossella Falk

Info wikipedia

Il film si trova integralmente, diviso in sette clip, su YouTube, la prima:
https://www.youtube.com/watch?v=Dg6i-Ba1iBk&list=PLF6DD4B35756FCD77&index=1;
durata complessiva poco più di un'ora. Ultimo accesso  08/08/2023.




1974 Mel Brooks, Frankenstein Junior

Un cammeo è dedicato alla Traviata: quando la Creatura raggiunge la sofisticata fidanzata del dottor Frankenstein, mugolando e apprestandosi a unirsi a lei, Madeleine Kahn dapprima cerca di convincerlo a non farlo offrendogli una grossa somma, poi protesta di essere vergine, poi dice: ma io sono sempre stata, sempre... e continua intonando la celeberrima aria della Traviata: sempre... sempre libera degg'io folleggiar di gioia in gioia, e continua con un riferimento alla vita libertina voglio far sempre la... la...
 
La scena è online, edizione italiana, 00:00:59; ultimo accesso 22/10/2023.



1983 Franco Zeffirelli, La traviata, film (Italia)

Trasposizione cinematografica dell'Opera di Giuseppe Verdi e dell'opera di Alexandre Dumas figlio.
Info wikipedia

Film completo su YouTube



1990 Gary Marshall, Pretty Woman - tra fiaba e melodramma

Info e trama del film su wikipedia

Edward e Vivian a teatro a vedere La Traviata:
https://www.youtube.com/watch?v=D9ga2LPgA9c;  h: 00:02:28.
PRETTY WOMAN TRA FIABA E MELODRAMMA

Edward (Richard Gere), ricco uomo d'affari senza scrupoli, prende con sé Vivian (Julia Roberts), incontrata sul marciapiede di Hollywood Boulevard, come accompagnatrice, per il periodo in cui dovrà restare a Los Angeles per affari. In questo senso ricorda Madama Butterfly come moglie temporanea, considerata inferiore alla moglie vera e propria. Ma la prostituta Vvivian, trattata come compagna o moglie, anche se temporanea, si innamora, e rifiuta l'offerta di lui, quando le propone di diventare la sua amante, mantenendola senza badare a spese. Il riferimento a Cenerentola, citata nel film dall'amica di Vivian come quella rott-in-culo, ovvero l'unica ad avere ottenuto un finale felice, è evidente quando Vivian dice che vuole tutto, come il finale della favola. Altrettanto evidente il riferimento a Traviata: con un volo privato porta Vivian a vedere questa opera nel teatro a San Francisco. Vivian, che non aveva mai visto un'opera lirica, si commuove tanto che alla fine dice a una signora di essersela fatta addosso. Come Madama Butterfly Vivian si innamora e rifiuta il ruolo di moglie temporanea. Diversamente che nel melodramma, Vivian pretende e finalmente ottiene il finale felice come Cenerentola: lui, il moderno principe azzurro, va a prenderla nella sua casa lontana dagli hotel lussosi dove lui soggiorna e la porta per sempre con sé.
La relazione con la fiaba di Cenerentola, e anche con quella di Pelle d'asino, sporche di cenere o del servizio nel pollaio, è nel lavoro sporco di Vivian, come nella magica trasformazione dovuta agli abiti meravigliosi e al collier di diamanti che lui le fa indossare, analoghi agli abiti magici donati dalla fata madrina. (Vedi anche
Info e trama del film su wikipedia)

Nella scena a teatro, quando il soprano canta Amami Alfredo, Vivian guarda Edward, e gli occhi le si riempiono di lacrime. Anche al finale dell'opera Vivian trasale e si commuove.
Nella versione italiana, all'elegante anziana signora, conoscente di Edward, che le chiede se le è piaciuta, Vivian risponde con entusiasmo che le si sono aggrovigliate le budella. Nella versione originale dice che se l'è fatta addosso. Alla signora scandalizzata Edward trasforma in una frase elegante l'affermazione volgare di Vivian, sia nell'originale che nel doppiaggio italiano. La scena è visibile con un click sullì'immagine a destra (h: 00:2:28).
https://www.youtube.com/watch?v=D9ga2LPgA9c;  h: 00:02:28.

Alla fine del film, a Edward che le chiede cosa succede dopo che lui ha salvato lei, Vivian risponde: "Che lei salva lui".

Un po' di film, un po' di fiaba, un po' di melodramma: un sogno, certo, ma il sogno è, come ci ha insegnato Freud, la via maestra per comprendere l'inconscio. Non solo, ricordando quanto scrive il matematico René Thom, il sogno è la catastrofe virtuale dalla quale si origina la conoscenza.







2008 Gigi Proietti come Armando Duval, Parodia


In Un'estate al mare di Carlo Vanzina Gigi Proietti deve interpretare a teatro Armando Duval nella scena finale della Signora delle Camelie, ignorando non solo la sua parte, ma anche l'opera. Tutti gli altri personaggi conoscono invece la loro parte, e dopo le battute fuori luogo di Proietti, che fraintende ogni parola del suggeritore Spartacus, appena cala il sipario picchiano Duval/Proietti, ma si fermano quando il pubblico applaude fragorosamente la divertente parodia.

Online su YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=N_EKXtviYI0; ultimo accesso 22/10/2023






2013 John Neumeier, Die Kameliendame, Pas de deux.

Hamburg Ballet, h 0:01:23; ultimo accesso 08/08/2023A



2020 Marina Abramović, Seven Deaths of Maria Callas: Consumption
Callas addio del passato https://www.youtube.com/watch?v=5d1HIyyTLvg

Seven Deaths of Maria Callas. Consumption (Addio del passato)

Maria Callas, Addio del passato

Nella performance Seven Deaths of Maria Callas (Consumption) dedicata a Traviata, Abramović/Violetta (in primo piano) viene visitata da Bruna, la governante fedele al soprano fino alla morte. I soprani in scena nelle performance sono vestiti come Bruna. Nel filmato la performer dorme in un  letto e in una stanza che riproducono fin nei minimi particolari la camera di Maria Callas.

Riportiamo di seguito le prime parole e le ultime di un'intervista a Marina Abramović del 2020 (vedi il testo completo online).

INTRODUZIONE Marina Abramović aveva quattordici anni quando sentì per la prima volta la voce bellissima e sconvolgente di Maria Callas, che non ha mai smesso di turbarla. Conversando con Nikolaus Bachler, direttore della Bayerische Staatsoper, ricorda: “Non so cosa stessi facendo, ero in cucina con mia madre, e ricordo che rabbrividii. Il tempo letteralmente si fermò, tutto era immobile. Alzai al massimo il volume della radio e quella voce riempì tutto lo spazio... l'aria era elettrica.”
[...]
DOMANDA Cosa pensa che comprendiamo da queste grandissime narrazioni romantiche, come la storia di Maria Callas?
RISPOSTA Avendo un talento come quello che aveva lei, non aveva il diritto di fermarsi, non aveva il diritto di distruggere la sua vita. Questa è una affermazione forte. (Tr. it. nostra)


Marina Abramović, come Rita Levi Montalcini, ha considerato impossibile conciliare il ruolo di moglie e madre con la vita di artista o di scienziata.
In questo modo si mantengono separati i due lati della donna che il soprano lega con la sua voce e i suoi ruoli: Maria Callas ha portato questo alla massima espressione, sulla scena e nella vita.
Noi pensiamo con questo Piccolo Festival che le trasformazioni in corso rendano non solo inevitabile comporre questa scissione, ma che comporla sia desiderabile e perfino indispensabile perché possa avvenire un nuovo assetto sociale, che implica una profonda trasformazione della dialettica maschile/femminile. I ruoli umani fondamentali e le loro interazioni non possono più corrispondere all'agonizzante ordine patriarcale e fallocentrico. Marina
Abramović sembra non capire che quel che rende straordinaria la voce della Callas è la sua ostinata speranza, tragicamente delusa, di essere amata come donna, se non anche come madre. Maria Callas con la sua vita, la sua voce, la sua interpretazione, rappresenta la donna intera, e questo suscita un'ammirazione vicina alla venerazione se non all'adorazione, ma anche un'ostilità crudele come quella che durante la vita l'ha tormentata.
È compreso ed espresso genialmente da Maria Callas il sentimento di ogni donna che non sa, non può accettare la rinuncia a una delle due parti - quella della cortigiana, della cantante, della sacerdotessa, o quella della madre e moglie circoscritta e contenuta dalla casa e dalla legittimazione dei maschi della famiglia e del corpo sociale, anche da tante donne, prontissime a puntare il dito contro chi non accetta la separazione dei due ruoli.
Il fatto che Callas sia una figura cult per gli omosessuali dice del loro amore per la donna e dalla mancanza della tensione a possederla, non solo fisicamente. Significativa la stima e la comprensione di Pier Paolo Pasolini per Maria Callas, che non poteva comprendere come questa comprensione non avrebbe potuto riceverla da un eterosessuale, che per fare di una donna la propria compagna e la madre dei suoi figli non può sopportare quella impadroneggiabile potenza. Questa potenza, che ha fatto venire i brividi alla quattordicenne Marina
Abramović, incanta il mondo da quando è risuonata.
La trasformazione necessaria nei maschi non è parallela né simmetrica a quella femminile, come non sono simmetrici i due sessi, se non nell'ideale patriarcale descritto da Irigaray in Speculum. L'altra donna (tr. it. Milano 1975; dal francese Speculum de l'autre femme,1974): un vuoto che corrisponde al pieno dell'organo maschile.
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2021 Mario Martone, La Traviata, Film Opera

Rai Cultura e Teatro dell'Opera di Roma; Film Opera integralmente online, con didascalie:
https://www.raiplay.it/programmi/latraviatateatrodelloperadiroma; h 02:05:03; ultimo accesso 08/08/2023

Info: La Traviata film opera su Rai 3 dal capolavoro di Giuseppe Verdi in prima TV; ultimo accesso 08/08/2023

Enrico Stinchelli: Traviata pandemica, un'occasione mancata, 9 aprile 1921; ultimo accesso 08/08/2023











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Ultima revisione: 22/10/2023