ADALINDA
GASPARINI
PSICOANALISI E FAVOLE |
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FAVOLE D'AMORE IMPOSSIBILE,
SCELTE, TRASCRITTE, TRADOTTE,
ANNOTATE DA ADALINDA GASPARINI
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AMOR POETICO
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AMOR MORTALE
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AMOR INCESTUOSO
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AMOR
MELODRAMMATICO |
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Alcione
e Ceice
Ovidio, Metamorfosi, I sec. |
Abrocome
e Anzia
Da Senofonte Efesio, II-III sec. |
Turandot
dal XII secolo di Nezami
al XX secolo di Puccini
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Lisabetta
da Messina, 1348
Dal Decameron di Giovanni Boccaccio,
Giornata IV, Novella V |
Dal Decameron di
Giovanni Boccaccio,
Giornata IV, Novella I |
Dal Decameron di
Giovanni Boccaccio,
Giornata X, Novella VII |
Griselda,
1348
Dal Decameron di Giovanni
Boccaccio,
Giornata X, Novella X |
De
insigni obedentia et fide uxoria,
1373
Traduzione latina della Griselda
di Boccaccio
Francesco Petrarca, XIV sec. |
Il
racconto del chierico, XIV
sec.
traduzione inglese della traduzione di
Petrarca
della Griselda di
Boccaccio
Dai Racconti di Canterbury di
Geoffrey Chaucer |
Le Dous Amanz Lais
di Marie de France, XII sec.
Antecedente, se non fonte, di Mariotto e
Ganozza |
Mariotto e Ganozza:
gli amanti di Siena,
1450-1457
Prima versione di Giulietta e Romeo
dal Novellino
di Masuccio Salernitano pp. 258-261
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Lo infelice
innamoramento
di Romeo Montecchi e
di Giulietta Cappelletti,
1530
di Luigi Da Porto di Vicenza |
Giulietta e Romeo,
1554
fonte
di Shakespeare mediata da una traduzione
francese, dalle Novelle di Matteo
Bandello,
Parte II, Novella IX pp. 803-846 |
Dalle Piacevoli
notti di Gianfrancesco
Straparola |
Dalle Piacevoli
notti di Gianfrancesco
Straparola |
Dal Cunto de
li cunti di Giambattista
Basile
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La Marquise de
Salusses
ou la Patience de
Griselidis, 1691
Nouvelle en verses di Charles
Perrault (rinarrazione
della centesima novella del Decameron)
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Isabella,
or the Pot of Basil. A Story from
Boccaccio; 1818 - Poema
di John Keats
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John Everett Millais,
1849
Lorenzo e Isabella
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William Hunt, 1868
Isabel and the Pot
of Basil
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Ricciardo Meacci, Isabella,
1890 |
George-Henry-Grenville-Manton
(1855-1932)
Isabella and the Pot
of Basile, data sconosciuta |
John William Waterhouse,
1907
Isabel and the Pot
of Basil
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Aleksandr Sergeevič
Puškin, 1831, nota
Сказка о царе
Салтане, о сыне его славном и
могучем богатыре князе Гвидоне
Салтановиче и о прекрасной царевне
Лебед
Fiaba dello zar Saltan e
di suo figlio il glorioso e potente
eroe principe Gvidon Saltanovič
e della bellissima
principessa Cigno
The Tale of Tsar Saltan, of His
Son, the Glorious and Mighty Knight
Prince Guidon Saltonovich, and of
the Fair Swan-Princess |
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Cinira e Mirra
Ovidio, Metamorfosi, I sec. |
Edipo salvato:
Gregorius, XII sec
Hartmann von Aue |
Edipo
dannato: Judas Scariotes
Dalla Legenda
Aurea, XIII sec. e altre fonti
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La legienda
di Vergognia e Rosana, XV
sec.
Anonimo |
dalle Piacevoli
notti, XVI sec.
Fabulando e-book |
La Penta
mano-mozza
dal Cunto de li cunti, XVII sec.
Fabulando e-book |
Fiaba popolare, XIX
sec. |
La
treccia rossa
Fiaba popolare, XIX sec. |
L'indovinello
Fiaba toscana, XIX sec. |
O dente
d'oo
Fiaba ligure, XIX sec. |
Fiaba sarda, XIX sec. |
L' tacc'
taccun' d' Maria d' Legna
Fiaba molisana, XX sec. |
Romanzo di Thomas Mann,
XX sec. |
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FOCO D'AMOR
IN GENTIL COR S'APPRENDE
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TOMBA D'AMORE
E AMORE DI TOMBA
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EDIPO DANNATO E SALVATO
TRAGICO LEGGENDARIO FIABESCO |
AMOR
MELODRAMMATICO
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L'etnocentrismo che ha dominato la
cultura fino allametà del secolo scorso è una
risorsa e una malattia nella formazione
dell'identità. Come il bambino piccolo si
considera causa e fine dell'unione dei suoi
genitori, così ogni cultura nasce e cresce nella
certezza mitica di compiere e superare quelle
che l'hanno preceduta. Nel nostro tempo lo
stesso mito ci spinge a frammentare i nostri
pensieri, per usarli come tessere che permettano
di comporre puzzle irrimediabilmente sconnessi,
allo scopo di sostenere certezze già tramontate.
Il fallimento nelle costruzioni di identità che
si sostengono sulla svalutazione degli altri non
produce quasi mai una riflessione, ma la ricerca
di altri puzzle da comporre, di altre culture da
considerare inferiori.
L'amore cortese secondo Joseph Campbell segna
l'origine della modernità, perché il soggetto si
costruisce come amante nel desiderio fatalmente
insoddisfatto di una donna idealizzata. Non c'è
Dio che fornisca garanzie e protezione al
soggetto, a meno che la donna stessa non guidi
verso Dio l'amante, come fa Beatrice con Dante.
Il soggetto, il poeta, distilla il suo essere
nei versi d'amore, e dai versi stessi trae
nutrimento. La salvezza passa in secondo piano
rispetto al canto d'amore, perché è solo la
forza, la nobiltà e la bellezza del canto a dare
consistenza all'esere. Consistenza di ritmo e di
parole, non di precetti teologici o di
considerazioni di potenza concretamente
misurabile.
Consistenza allo stesso tempo potente e
disarmata, come quella dell'esule Dante, al
quale basta per dar forma e nobiltà a una Vita nova,
a una lingua nuova.
C'è un piacere raffinato nel pronunciare e far
suonare ancora i versi d'amore dei poeti arabi
nella Sicilia del secolo XI, che non si
sentivano invasori o conquistatori, ma
siciliani, così come i greci che abitavano
l'Italia meridionale si sentivano semplicemente
abitanti della Grecia, della Magna Grecia.
E un altro piacere viene dal comprendere come i
colti abitanti dell'Italia di tanti secoli fa,
che erano magistrati, priori, condottieri,
mercanti, questionavano fra loro giocosamente,
con un gusto della poesia e della vita che non
sempre siamo sicuri di saper coltivare oggi. |
Giulietta e Romeo, col balcone di
Verona visitato ogni anno da migliaia di turisti
provenienti da tutto il mondo, sono
nell'immaginario collettivo a capo di una
lunghissima serie di amanti, che abita e anima
ininterrottamente la letteratura fin dalle
origini.
I beduini del deserto, la cui poesia è attestata
nei secoli VI-VIII, prima della diffusione della
religione islamica, veneravano le tombe degli
amanti che solo morendo avevano vinto le forze
che volevano separarli. Lo splendore dell'amore
mutuo, con la notte più chiara dell'alba, e
l'ombra mortale della separazione, ricorrono
nella lirica amorosa del biblico Cantico dei
cantici.
Abbiamo scelto questo tema perché è la pietra di
volta della condizione umana. In esso si
manifesta nella sua massima potenza Eros, che
per i padri greci scioglie le
membra e doma i pensieri e i saggi
proponimenti di mortali e immortali
(Esiodo, Teogonia,
vv. 120-122). La morte sembra più forte del
desiderio d'amore di Giulietta e Romeo, o almeno
altrettanto forte, come ha teorizzato Sigmund
Freud nel 1920, opponendo Eros e Thanatos. La
morte sembra annientare anche Lailah e Majnun,
Notte e Folle (d'amore), che precedono Giulietta
e Romeo di cinquecento anni. Ma è proprio la
morte a dare loro la vittoria, rendendo infinito
il loro desiderio, ben oltre il confine di una
vita concreta. Giulietta, la cui storia era già
stata narrata almenot tre volte in Italia prima
di Shakespeare, esce dal palcoscenico del Globe
e trova un balcone di pietra a Verona, con una
metamorfosi da personaggio a persona opposta a
quella che trasforma persone in carne ed ossa in
eroi e eroine di romanzo: ancora oggi quel
balcone a Verona è ogni anno meta delle visite,
quasi pellegrinaggi, di migliaia di turisti da
tutto il mondo.
La natura di Eros, capace di domare i saggi
proponimenti di dei e uomini, può sovvertire
l'ordine, nel senso che entra in scena come una
potenza che non si cura dell'ordine e delle
leggi, come se, non dipendendone la sua forza,
potesse non tenerne conto.
Abbiamo scelto poesie, novelle e romanzi senza
seguire criteri sistematici, perché siamo stati
colpiti, folgorati, dalla loro bellezza,
dall'ignoranza e dall'indifferenza che li
avvolge, come tesori sepolti che aspettano di
essere ritrovati. Ancora più ciascuna di queste
pagine antologizzate online sembra offrire una
traccia per il labirinto di questo tema, non per
uscirne - sarebbe come uscire dalla vita - ma
per esplorare e gustare il senso della gioia e
della pena d'amore.
In analisi molte persone vengono immersi in un
dramma d'amore che li confonde senza speranza: e
li costringe a riflettere su se stessi.
Il tema dell'amore tombale è direttamente
connesso col tema di Edipo: la fuga dei giovani
dai genitori presente in tante fiabe dipende da
un possesso esercitato dai vecchi sui giovani,
o, rovesciando la medaglia, da un eccesso di
dipendenza dei giovani dai vecchi. E nelle
novelle bellissime ci sono fratelli, come in
Lisabetta da Messina o in Malgherita Spolatina,
che non cercano uno sposo per la sorella, come
se la loro gelosia volesse trattenerla presso di
loro. |
Se Eros domina e doma, come da
sempre, i pensieri e i saggi proponimenti di
mortali e immortali, colti e incolti, ricchi e
poveri, di ogni sesso ed età, possiamo pensare
al mito e alla tragedia di Edipo come a
un'essenziale sintassi narrativa della sua
presenza in rapporto alla legge delle leggi.
L'unione amorosa si realizza tra figli e
genitori, o tra fratelli, e la legge lo condanna
a morte. Ancora il desiderio senza limiti,
ancora la morte. Nell'orizzonte di Sofocle
l'ultima storia racconta di Edipo che giunge a
Colono, demo di Atene, dove incontra il re
giusto, Teseo, che lo protegge dai figli e dal
cognato che vorrebbero riportarlo a Tebe: sanno
che il suo corpo di esule cieco darà la vittoria
a coloro che lo avranno con sé. Le due città per
eccellenza, Tebe e Atene, si oppongono con i due
principi giuridici che ancora oggi ispirano le
leggi: a Tebe domina lo jus sanguinis,
ad Atene una legge che si alza al di sopra del
sangue. Edipo sceglierà di scendere nel regno
dei morti presso Atene, abbandonando i suoi
figli al loro destino di sangue, e dando alla
città di Teseo la vittoria.
Freud ha rinarrato la tragedia di Edipo re,
nella quale si compie un destino di
disperazione, di accecamento, di esilio. Il re,
il soggetto, che indaga per liberare la sua
città dalla peste, scopre di esserne la causa.
Oltre Edipo a Colono, diciotto secoli dopo
Sofocle, sette secoli prima di Freud, il poeta
tedesco Hartmann von Aue scrisse il romanzo
cortese Gregorius oder Der gute Sünder,
Gregorio o il buon peccatore, dove il
figlio di due fratelli gemelli, abbandonato alla
nascita, cresce ignorando la sua origine e sposa
sua madre, generando figli con lei. Quando
scopre il suo peccato si ritira in penitenza,
nutrendosi per molti anni solo di rugiada, fino
a che, ispirati da un sogno, giungono due nobili
romani per elevarlo al soglio pontificio. La
madre, penitente anche lei, si recherà dal papa
a chiedergli perdono: riconoscendosi i due
peccatori otterranno il perdono divino, e
saranno sepolti in San Pietro, perché la loro
tomba consacra il centro della cristianità come
quella di Edipo aveva consacrato il demo di
Colono e Atene. Sofocle era originario di
Colono.
Un secolo dopo il poeta tedesco, Jacopo, vescovo
di Varazze, Varagine, compone un libro da
leggere dopo le funzioni liturgiche, con storie
di santi premiati e peccatori puniti: le sue
storie, in molti casi debitrici di precedenti
libri di leggende cristiane, furono il punto di
riferimento per la pittura sacra fino al XVII
secolo. Jacopo racconta di Giuda Iscariota, che
come Edipo era stato abbandonato alla nascita
perché la madre aveva sognato che avrebbe
distrutto i suoi genitori, e come l'eroe greco
aveva ucciso il padre senza conoscerlo e aveva
sposato la madre. Per cercare il perdono era
diventato un discepolo di Gesù, di cui era
tesoriere, ma la sua natura malvagia gli aveva
fatto tradire anche il Messia. L'eroe incestuoso
diventa nella cristianità il peccatore per
eccellenza, o il papa santo. Nel mito greco sono
già presenti entrambi.
Poi abbiamo trovato l'eroe incestuoso in alcune
fiabe popolari, che articolano il grande tema
verso la morte o verso il finale felice: la
fiaba scompone e ricompone, con articolazioni
nuove la tragedia dell'uomo che infrange la
barriera dell'incesto, o che nasce da un'unione
incestuosa. Senza dimenticare la storia di
Cinira e Mirra, narrata da Ovidio nelle Metamorfosi
negli anni di Cristo, che offre altre tracce per
esplorare il labirinto con gli strumenti della
psicoanalisi applicata alla letteratura. |
Si cerca
di comprendere la straordinaria fortuna del
melodramma italiano, per la quale Traviata di
Giuseppe Verdi ha avuto n4l mono, nel biennio
2015-2016, ben 4190 rappresentazioni.
Ci occuperemo anche di Traviata, ma al
momento, comiciando, partiamo da Turandot, la
cui storia inizia col grande poeta persiano in
lingua araba Nezami di Ganjavi
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Il collegamento alla pagina
html contenente la storia di Puskin è
provvisorio. Il file contiene una delle storie
che fanno parte del Grand Tour di Griselda e
dell'Augel Belverde, che fa parte di Fabulando.
Carta fiabesca della successione, in
preparazione dal 2016. Richiede approfondimenti
e ricerche che impegnano un tempo più lungo del
previsto.
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